Nel mondo 821 milioni di persone stanno morendo di fame

Nel mondo 821 milioni di persone stanno morendo di fame
Quasi dodici volte e mezzo l'intera popolazione italiana. Sono 821 milioni le persone nel mondo che soffrono la fame. Un numero che è aumentato in questi ultimi...

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Quasi dodici volte e mezzo l'intera popolazione italiana. Sono 821 milioni le persone nel mondo che soffrono la fame. Un numero che è aumentato in questi ultimi anni dopo il minimo storico toccato nel 2014 di 783,7 milioni di persone.I In cinque anni, quindi, sono rientrati nella vasta fascia della denutrizione quasi 40 milioni di persone. Cambiamenti climatici, guerre, fenomeni migratori: questi gli eventi epocali che hanno portato a un simile tragico risultato.I bambini sono la fascia di popolazione più debole, quindi più esposta alla denutrizione: si calcola siano almeno cento milioni quelli che soffrono la fame. E nel frattempo, in altri parti del mondo (soprattutto nei paesi industrializzati) si assiste al fenomeno opposto: persone che mangiano troppo. Sono ormai 672 milioni gli obesi nel mondo. Se non si inverte la tendenza, nel 2025 saranno 2,9 miliardi, con enormi costi sanitari per le malattie correlate. Così Mario Lubetkin, vice direttore generale della FAO, ha elencato gli ostacoli al conseguimento dell’obiettivo Fame Zero dell’Agenda 2030 dell’Onu, nel corso dell’evento “Il nostro pane quotidiano”. Svoltosi a Roma su iniziativa dell’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Pietro Sebastiani, l’evento ha inteso accendere un faro sulla fame nel mondo attraverso le testimonianze di chi è impegnato a combatterla, come Lidia Borzì (presidente Acli Roma) e Cesare Marinoni (promotore di “Pane in Piazza”). «Le statistiche sullo spreco di cibo sono terribili, nei paesi sviluppati si arriva fino al 50%» ha affermato Sebastiani. «Nei nostri comportamenti dobbiamo essere attenti alla sostenibilità. Sia l’Agenda 2030 che l’enciclica di Papa Francesco "Laudato sii" trattano questi aspetti con una visione integrata che non è soltanto ecologica ma anche sociale, perché affrontano il tema delle disuguaglianze economiche e non solo».
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Il Messaggero