Dalla Svizzera al Nevada, gli eventi con i fantocci che bruciano al grido di "Let it burn"

Un pupazzo di neve gigante che brandisce un forcone, in cima a una pira, su un passo di montagna innevato chiamato Ponte del Diavolo è esploso lunedì...

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Un pupazzo di neve gigante che brandisce un forcone, in cima a una pira, su un passo di montagna innevato chiamato Ponte del Diavolo è esploso lunedì scorso. Potrebbe sembrare l'inizio di un film horror e invece siamo in Svizzera e quanto descritto sopra fa parte di una tradizione locale molto sentita dalla popolazione. Compito del Böögg, questo il nome del fantoccio che simboleggia l'inverno, infatti, sarebbe proprio quello di essere bruciato dagli abitanti di Zurigo per scacciare la stagione fredda e accogliere quella calda e per pronosticare la temperatura dell'estate in arrivo: meno tempo ci mette a saltare in aria il pupazzo, imbottito di ovatta ed esplosivo e più «bella» sarà la stagione.

Quest'anno ci sono voluti 12 minuti e 57 secondi, relativamente veloce, prima che la sua testa riempita di fuochi d'artificio esplodesse. Un risultato vissuto dalla popolazione con grande entusiasmo dopo che i festeggiamenti del 2020 furono annullati a causa della pandemia da Covid-19. Questa volta invece il tradizionale evento c'è stato anche se rivisitato: invece di tenersi nel centro della città di Zurigo, si è svolto vicino la catena mantuosa dello Schöllenen.


Sulla brace rimasta, la popolazione avrebbe preso poi anche l’abitudine di fermarsi per una grigliatina inaugurando oltre alla stagione primaverile anche quella del barbecue.

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Se vi siete persi l'evento e volete comunque vedere un fantoccio che brucia vi basterà aspettare il Burning Man, il festival della controcultura americana che si svolge ogni anno dal 1991 con una durata di otto giorni, e raggiungere la Black Rock City, una città che vive solo alcuni giorni, sulla distesa salata del deserto Black Rock nello stato del Nevada. Il consiglio è quello di parteciparvi muniti di tende, cibo e acqua perché tra i principi da dover rispettare vi è quello di essere autosufficienti, aperti all'espressione artistica e al dialogo con l'altro. L'appuntamento potrebbe essere tra la fine di agosto e l'inizio di settembre, Covid  permettendo. 

 

 

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Il Messaggero