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Londra - Una nevicata sui Pirenei potrebbe costringere a interrompere le ricerche di Esther Dingley, l'escursionista britannica di 37 anni di cui non si hanno notizie da dieci giorni. Viaggiatrice esperta, con un blog seguitissimo in cui narrare le sue avventure insieme al fidanzato Dan, Esther si era allontanata per un giro in solitaria di un mese sulle montagne tra Francia e Spagna ed è vicino al confine, nel Luchonnais, a Pic de Sauvegarde, che è stata vista l'ultima volta il 22 novembre scorso con addosso vestiti da montagna neri e rosa e uno zaino grigio. Colori difficili da scorgere da lontano in una zona rocciosa, sottolinea chi la sta cercando.
Il suo compagno di vita e di viaggi, Dan Colegate, la aspettava insieme ai loro cinque cani in una fattoria in Guascogna, dove Esther sarebbe dovuta rientrare tre giorni dopo la sua scomparsa. E ora le speranze di ritrovarla in vita sembrano affievolite, secondo le autorità spagnole e francesi che hanno condotto perlustrazioni accurate, con sei squadre e elicotteri, nel tentativo di ritrovarla. Di lei non si hanno tracce, oltre alla macchina parcheggiata nella cittadina di Benasque, in Spagna. «Abbiamo cercato ovunque dalla nostra parte e i nostri colleghi spagnoli hanno fatto lo stesso», ha spiegato Pierre Gaillard, il vicecomandante della gendarmerie di alta montagna, raccontando che anche dall'elicottero non si è trovata traccia della trentasettenne.
LE IPOTESI
Difficile che sia rimasta vittima del cattivo tempo, perché l'unica notte in cui ha nevicato, la settimana scorsa, le ricerche erano già partite.
In teoria il suo itinerario significa che dovrebbe aver fatto il giro ed essere passata attraverso la Francia prima di tornare, ma non lo possiamo dire per certo», ha aggiunto Gaillard, secondo cui con la neve è facile perdere la strada. L'appello rivolto a eventuali testimoni, scarsi visto il lockdown, è stato accolto male dal pubblico francese, che ha sottolineato come la donna abbia violato le regole, che proibiscono le escursioni di più di un'ora e a più di un chilometro da casa. Esther e Dan si sono incontrati a Oxford dove entrambi studiavano e nel 2014, quando già stavano insieme da 12 anni, hanno deciso di rinunciare alle loro carriere e al progetto di sposarsi per iniziare a girare il mondo a bordo di un camper, soprannominato Homer.
LA MALATTIA
All'origine della scelta di mollare tutto - una vita dorata, un futuro promettente - c'era stata un'infezione che aveva quasi ucciso Dan e i disturbi psicologici che affliggevano entrambi. Lei aveva una società di personal training e lui era un manager, ma è a bordo di Homer che hanno scelto di vivere, fermandosi in Francia, in Svizzera, in Austria, in Italia, in Slovenia e in Liechtenstein. Ora Dan, disperato, sta ripercorrendo il suo percorso, cercando la sua Esther da solo, senza partecipare ai gruppi di ricerca. «Preferisce camminare da solo», ha spiegato Gaillard. «Ho bisogno di riaverla con me, non posso far fronte all'alternativa», ha scritto Dan su Facebook, spiegando che Esther, «questa meravigliosa persona» crede nel «potere del pensiero positivo e io in questo momento mi aggrappo a tutto quello che mi può aiutare a ritrovarla».
Cristina Marconi Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero