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IL PIANO
La speranza dei vertici dell'Esercito è infatti proprio questa: andare incontro alle esigenze di una generazione a maggioranza barbuta, così da attirare un maggior numero possibile di nuove reclute. Un portavoce dell'Esercito ha dichiarato alla Bbc che la novità è arrivata dopo un'attenta revisione interna durata diversi mesi, arrivata fino sul tavolo di Carlo III: «Arrivare a questo risultato ha richiesto un po' più di tempo del previsto a causa del maggior numero di soggetti coinvolti, tra cui Sua Maestà il Re, i nostri politici e i nostri alleati», ha precisato Paul Carney, il sottufficiale più anziano in capo, in un messaggio video di quattro minuti inviato alle truppe, con cui ha annunciato il provvedimento.
LE REGOLE
La lunghezza deve essere compresa tra 2,5 e 25,5 mm e deve essere tagliata dagli zigomi e dal collo. Non deve essere «a chiazze o irregolare» e «non deve avere colori esagerati». Inoltre, l'Esercito ha dichiarato che ci potranno essere occasioni specifiche in cui il personale dovrà essere rasato, e che gli ufficiali e i soldati saranno «invitati a farlo quando le circostanze lo richiederanno». E non si tratta, per rimanere in tema, di voler cercare il pelo nell'uovo. La questione è da sempre molto delicata: il principe Harry, per sposare Meghan Markle in uniforme ma con la barba incolta, dovette chiedere il permesso ufficiale alla regina Elisabetta, creando non poco malumore tra i ranghi e soprattutto mandando il fratello William su tutte le furie perché a lui, questo strappo alla regola, non era stato concesso. Schapps, lo scorso Natale, aveva sottolineato con nota polemica come i soldati britannici fossero «perfettamente in grado di combattere anche con la barba». Una frase difficile da contraddire, soprattutto viste le modalità di combattimento del secondo millennio. Non la pensava allo stesso modo Alessandro Magno, che alla vigilia di una delle più importanti battaglie contro i Persiani - il 30 settembre 331 a.C. - ordinò alle truppe di radersi il viso, contro ogni pregiudizio del tempo. Fino a quel momento, infatti, i peli sul viso erano stati considerati segno di coraggio, forza e virilità. Ancora una volta, proprio come oggi, la motivazione è stata di natura pratica: secondo lo storico Christopher Oldstone, i nemici fino a quel momento avevano vinto più di una battaglia aggrappandosi proprio alla lunga barba dei soldati macedoni, disarcionandoli per poi ucciderli senza pietà. Leggi l'articolo completo suIl Messaggero