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Dall'accusa di «genocidio» alla nuova fornitura di armi, per un ammontare di 750 milioni di dollari. Joe Biden alza ulteriormente il tiro sull'Ucraina e prova a mettere all'angolo la Russia e l'ormai nemico dichiarato Vladimir Putin, definito prima macellaio e ora messo al pari dei nazisti. Molto probabilmente, sul campo di battaglia i russi dovranno presto fare i conti con gli elicotteri Mi-17 che dovrebbero arrivare da Washington. Armi utilizzate per il trasporto e per l'offensiva, in grado di distruggere i mezzi blindati, carri armati compresi. Il Pentagono, dopo i droni kamikaze, sta valutando la possibilità di inviare nuovi mezzi per aiutare Zelensky.
Ieri Biden e Johnson si sono parlati telefonicamente per decidere le prossime mosse. Allo studio anche la consegna di artiglieria a gittata intermedia ed equipaggiamento contro attacchi chimichi, biologici o nucleari. Il Pentagono inoltre è al lavoro per fornire nuovi missili anti-carro e anti-aereo.
La Slovacchia vuole cedere i MiG
Tra i Paesi europei, il più attivo nella fornitura di armi è la Slovacchia. Dopo i missili S-300, che hanno già fatto la differenza nell'abbattere alcuni jet dell'aeronautica russa, il primo ministro Eduard Heger starebbe valutando seriamente la possibilità di inviare i jet a Kiev, rivela "Politico". Heger ha affermato che al suo governo è stato chiesto di fornire all'Ucraina aerei da combattimento MiG-29 di progettazione sovietica e obici semoventi Zuzana di fabbricazione slovacca.
La decisione non è ancora stata presa, ma le discussioni sono in corso. Dopo il dietrofront sullo stesso tema da parte della Polonia, la scelta finale non è affatto scontata, ma dimostra la volontà della Nato di aumentare l'intervento diretto sul conflitto, a costo di rischiare un'escalation che potrebbe portare a una guerra mondiale.
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Il Messaggero