El Chapo stordiva 13enni e le stuprava. «Le chiamava le sue "vitamine"»

El Chapo stordiva 13enni e le stuprava. «Le chiamava le sue "vitamine"»
Le chiamava le sue «vitamine». L'ex leader del cartello della droga di Sinaloa Joaquín 'El Chapò Guzmán ha drogato e stuprato delle...

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Le chiamava le sue «vitamine». L'ex leader del cartello della droga di Sinaloa Joaquín 'El Chapò Guzmán ha drogato e stuprato delle minorenni, alcune di soli 13 anni, secondo il racconto di un testimone durante il processo contro 'El Chapò in corso a New York.


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Il trafficante colombiano Alex Cifuentes dice che Guzmán gli ordinava di versare una polverina nelle bevande delle ragazze per stordirle e poi le violentava in uno dei suoi nascondigli alla fine dello scorso decennio. Cifuentes nel 2007-2008 era il 'braccio destrò di 'El Chapò e in quel momento viveva con lui sulle montagne di Sinaloa.
«Guzmán le chiamava 'le mie vitaminè perché credeva che fare sesso con i minori gli desse 'vità», secondo Cifuentes. La testimonianza di Cifuentes su questa specifica vicenda e i materiali connessi sono stati declassificata su richiesta del New York Times in quanto non direttamente collegati al processo per traffico di droga cui è sottoposto. Guzmán e lo stesso Cifuentes, secondo la documentazione, avrebbero partecipato in diverse occasioni a rapporti sessuali con minori di 18 anni.


Il narcotrafficante colombiano avrebbe detto all'accusa in alcuni degli interrogatori che un luogotenente di 'El Chapò, noto come 'Comadre Maríà, inviava regolarmente immagini di giovani ragazze. Quelle scelte da Guzmán o da quelli intorno a lui erano mandate a 'ElChapò, ciascuna in cambio di circa 5.000 dollari, cocretizzando così i reati di pedofilia e prostituzione. Comadre Maríà è anche il personaggio che, secondo lo stesso Cifuentes, era stato incaricato di consegnare 100 milioni di dollari come tangente all'ex presidente del Messico Enrique Peña Nieto. 'El Chapò ha negato le accuse e ha criticato ,in un comunicato stampa, la scelta di consentire la diffusione di questi documenti «poco prima che la giuria inizi a deliberare». Questa informazione è stata definita dalla difesa del narcotrafficante «estremamente oscena», «non comprovata» e «abbastanza inaffidabile da non essere ammessa al processo».
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Il Messaggero