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Nel 2020, anno della pandemia, gli attacchi antisemiti violenti nel mondo sono scesi a 371 dai 456 del 2019. Lo rivela l'annuale rapporto del Kantor Center dell'Università di Tel Aviv in cooperazione con il Congresso ebraico europeo diffuso alla vigilia di Yom Ha-Shoah, il giorno della Shoah, che in Israele si celebra domani. Al tempo stesso - ha rivelato il rapporto - si è assistito a un 20% di aumento nella dissacrazione delle sinagoghe (da 53 a 63 eventi), delle tombe e dei Memoriali della Shoah (complessivamente da 77 a 96) che sono rimasti chiusi o incustoditi per i vari lockdown e, per questo, «facile preda del vandalismo antisemita». Inoltre, si sono sviluppati nuovi fenomeni su internet come lo “zoom bombing” e il “darknet”. Da una parte, secondo il rapporto, il calo della violenza fisica è dovuta ai lockdown che hanno ridotto gli incontri tra gli ebrei e i gli antisemiti violenti, dall'altro, le accuse contro gli ebrei - ritenuti «responsabili del disastro globale» - si sono manifestate in «aperte espressioni antisemite» sui social media con la teoria del “Giudeovirus”. Tra i Paesi dove sono state maggiori le manifestazioni ci sono gli Usa con 119 incidenti violenti nel 2020 e la Germania salita nel totale dei casi da 2.032 (2019) a 2.275 (2020), inclusi 59 incidenti violenti. Per quanto riguarda l'Italia il Rapporto cita 8 «incidenti maggiori» nel corso del 2020.
Il Messaggero