Ebraismo, morto a Londra Jonathan Sacks, 72 anni, rabbino britannico considerato «un pilastro spirituale della nostra epoca»

Ebraismo, morto a Londra Jonathan Sacks, 72 anni, rabbino britannico considerato «un pilastro spirituale della nostra epoca»
Per il mondo ebraico era «uno dei pilastri morali della nostra epoca». È morto oggi a Londra Jonathan Henry Sacks, 72 anni, rabbino britannico considerato...

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Per il mondo ebraico era «uno dei pilastri morali della nostra epoca». È morto oggi a Londra Jonathan Henry Sacks, 72 anni, rabbino britannico considerato la massima autorità spirituale e morale ebraica ortodossa in Gran Bretagna, già Gran Rabbino della Gran Bretagna e del Commonwealth dal 1991 al 2013. Un mese fa il suo staff aveva comunicato attraverso il suo account ufficiale di Twitter che al grande maestro (il suo nome ebraico era Yaakov Zvi) era stato diagnosticato un tumore.

 

 

Questa mattina ci ha lasciato Rav Jonathan Sacks, ex Rabbino Capo della Gran Bretagna. Punto di riferimento culturale,...

Pubblicato da Comunità Ebraica di Roma su Sabato 7 novembre 2020

 

Sacks era stato nominato baronetto e lord dalla Regina Elisabetta II per servizi resi alla Comunità e alle relazioni interreligiose. Dopo aver lasciato la carica di Gran Rabbino nel 2013, e in aggiunta ai suoi tour di conferenze e alla prolifica attività di scrittore, Sacks insegnava alla New York University e alla Yeshiva University quale professore emerito di filosofia ebraica. Sposato, con 3 figlie, plurilaureato, era anche professore di Legge, Etica e Bibbia al King’s College di Londra. Nel 2004, il suo libro “The Dignity of Difference” è stato premiato col Grawemeyer Award nella categoria di Religione. Nell’aprile 2011 è stato invitato al matrimonio del principe William, duca di Cambridge, e Catherine Middleton, quale rappresentante della comunità ebraica.

Il mondo ebraico ha appreso la triste notizia ieri pomeriggio alla fine dello Shabbat. Su Facebook il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni ha commentato: «La forza della sua personalità ha segnato questi ultimi decenni di vita ebraica. È stata la guida spirituale che ha saputo trasmettere i valori sempre attuali dell’ebraismo con un linguaggio attualissimo e seducente, forte della sua conoscenza dei più importanti sviluppi del pensiero occidentale. Nel Regno Unito e nel mondo occidentale le sue lezioni, i suoi discorsi e i suoi libri sono stati accolti con grandissima attenzione: probabilmente è stato il leader religioso più ascoltato e influente degli ultimi anni».

«Di Rav Sacks - ha  detto il rabbino capo della Comunità ebraica di Milano, Alfonso Arbib - ricorderemo principalmente il sorriso bonario e conciliante. Quello che metteva d’accordo tutti. Ebrei e cristiani, laici ed ortodossi, umili e potenti. La sua scomparsa lascia un vuoto enorme: è stato capace di diffondere le idee fondamentali dell’ebraismo in tutto il mondo occidentale. Sarà difficile trovare un altro leader religioso che abbia queste qualità. Credo però che il modo migliore di ricordarlo sia quello di fare tesoro di un suo insegnamento, la capacità di avere sempre lo sguardo rivolto al futuro». In uno dei suoi ultimi libri Sacks aveva provato a spiegare ai lettori cosa fosse la fede: «Se mi dovessero chiedere come si faccia a trovare Dio, io risponderei immediatamente: imparate ad ascoltare. Ascoltate il canto del mondo, il cinguettio degli uccelli, il fruscio delle foglie, il rumore delle onde. Ascoltate coloro che vi amano e vedrete che sentirete Dio nelle loro parole. La fede ebraica non è altro che l’arte dell’ascolto».

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Il Messaggero