L'Iran vuole arrestare Donald Trump. A quasi sei mesi dall'uccisione del generale Qassem Soleimani in un raid a Baghdad, la procura di Teheran ha emesso 36 mandati di...
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Un raid cui l'Iran rispose attaccando la base Usa di Ain al-Asad in Iraq. Il presidente americano «Donald Trump è in cima alla lista e continuerà a essere perseguito anche al termine del suo mandato presidenziale», ha dichiarato il procuratore di Teheran, Ali Alqasi-Mehr, lasciando intendere di non volersi fermare a prescindere dall'esito delle elezioni presidenziali del prossimo novembre. Ma l'inviato speciale Usa per l'Iran, Brian Hook, ha subito bollato l'annuncio come «una trovata propagandistica che nessuno prende seriamente».
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Secondo Washington, si tratta di una mossa «politica» e «l'Interpol non interviene ed emette allerte rosse sulla base di questioni di politiche». D'altro canto, la stessa agenzia di polizia internazionale, che ha sede a Lione in Francia, ha già escluso di poter prendere in considerazione la richiesta di Teheran. In base all'articolo 3 del suo statuto, ha precisato l'Interpol, «è strettamente proibito per l'organizzazione qualsiasi intervento o attività di natura politica, militare, religiosa o razziale». Il nuovo capitolo dello scontro arriva proprio mentre gli Usa tentano di far prolungare per tre anni l'embargo Onu di armi all'Iran, in scadenza a ottobre prossimo. Il viceministro degli Esteri iraniano Mohsen Baharvand ha ribadito che i responsabili dell'uccisione di Soleimani «devono pagare per questo crimine contro la sicurezza nazionale e la sovranità dell'Iran» e «contro il diritto internazionale».
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E non sarebbe finita. «Presto altri americani, che hanno operato i droni» impiegati nell'operazione «saranno identificati e subiranno un mandato di cattura», assicura il diplomatico iraniano, promettendo punizioni anche per chi in Iraq è stato complice del raid. Avvertimenti che potrebbe rivelare nuove tensioni anche nel rapporto con Baghdad, dopo che la scorsa settimana il nuovo premier iracheno Mustafa Kazimi - eletto dopo mesi di stallo politico grazie a un delicato gioco di equilibri proprio tra Iran e Stati Uniti - ha dato per la prima volta il suo via libera all'arresto di esponenti della potente milizia sciita filo-iraniana Kataib Hezbollah, accusata da Washington di essere responsabile di diversi attacchi alle sue basi e all'ambasciata americana a Baghdad.
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Il Messaggero