Corte penale dell'Aja ha giurisdizione sui Territori palestinesi, l'ira di Israele

Corte penale dell'Aja ha giurisdizione sui Territori palestinesi, l'ira di Israele
Alta tensione fra Israele e la Corte penale dell'Aja che ha stabilito di avere giurisdizione sui Territori palestinesi e quindi di poter procedere all'apertura di...

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Alta tensione fra Israele e la Corte penale dell'Aja che ha stabilito di avere giurisdizione sui Territori palestinesi e quindi di poter procedere all'apertura di un'inchiesta contro lo stato israeliano e Hamas per «crimini di guerra» in Cisgiordania, Gerusalemme est e a Gaza. La decisione - presa a maggioranza di 2 a 1 dai giudici dell'organismo - ha scatenato l'ira di Israele e il plauso dell'Autorità nazionale palestinese (Anp).

Una scelta che accoglie in sostanza l'impianto dell'inchiesta preliminare del 2019 del Procuratore della Corte Fatou Bensouda, decisa a perseguire israeliani e Hamas per il conflitto del 2014.

E che rigetta la posizione di Israele che non riconosceva alla Corte la potestà di intervenire in quanto la Palestina non è uno Stato. «Oggi - ha accusato il premier Benyamin Netanyahu - si è dimostrato ancora una volta che la Corte è un'istanza politica e non giudiziaria. Ignora i crimini di guerra veri e perseguita invece lo Stato di Israele dotato di un forte regime democratico e che rispetta lo stato di diritto».

Una mossa, ha concluso Netanyahu, che «va contro il diritto dei Paesi democratici di difendersi dal terrorismo». Opposta la reazione dell'Anp: «Una vittoria - ha esultato il ministro degli Affari Civili Hussein Al-Sheikh - della verità, della giustizia, della libertà e dei valori morali del mondo». La Corte nella sua sentenza ha stabilito che «la Palestina si qualifica come lo Stato sul cui territorio» sono avvenuti i fatti in questione.

E che inoltre «la giurisdizione territoriale della Corte sulla situazione in Palestina, uno Stato membro dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, si estende ai territori occupati da Israele dal 1967». Le motivazioni hanno accolto il punto di vista di Bensouda che nel 2019 - pur convinta che la Corte avesse per diritto quella giurisdizione in base al Trattato di Roma - chiese un giudizio dirimente.

Ora toccherà a lei decidere se dare seguito all'inchiesta preliminare del 2019 e incriminare Israele e Hamas per crimini di guerra: tutto lascia pensare che lo farà. Il mandato della Bensouda come Procuratore scade nel giugno del 2021.

La reazione

Il Consiglio di difesa del governo israeliano ha poi respinto «in maniera totale» la decisione «scandalosa» della Corte penale internazionale dell'Aja relativa alla possibile apertura di indagini su crimini di guerra che siano denunciati nel contesto del conflitto israelo-palestinese. «Quella Corte non ha alcuna autorità per prendere una decisione del genere», ha stabilito in un comunicato il governo israeliano, rilevando che da un lato Israele non è membro della Cpi e che dall'altro l'Autorità nazionale palestinese non ha le qualifiche di uno Stato.

Israele esprime stupore che quella Corte «autorizzi l'apertura di indagini nei confronti dell'unica democrazia del Medio Oriente che peraltro rispetta lo Stato di diritto, mentre chiude gli occhi sui terribili crimini di guerra commessi di continuo da dittature oscurantiste quali Iran e Siria». La Cpi, secondo Israele, «mostra di essere un'istituzione politica schierata con organizzazioni internazionali che sono motivate da elementi di antisemitismo». Israele avrà cura di proteggere i propri interessi ed i propri cittadini, assicura il comunicato.

 

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Il Messaggero