In Cina è stato ribattezzato "lo zio Tang", un modo affettuso per ringraziarlo. Perché grazie a lui le autorità cinesi da dove è partito il...
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Ha iniziato a sentirsi male il 6 giugno, i classici sintomi del maledetto virus. Ha atteso qualche giorno poi il 10 senza prendere i mezzi pubblici, ma in bicicletta nonostante il malessere aumentasse per evitare contagi, è andato in ospedale. L'11 giugno il tampone e il verdetto: zio Tang aveva il Covid-19.
In quel momento il 52 enne è riuscito a ricostruire con precisione quasi maniacale i suoi spostamenti e quelle due visite fondamentali al mercato di Xinfadi. Proprio da lì infatti nei giorni successivi sono arrivati altri tre contagiati e sabato 13 giugno sono state prese le maxi misure di sicurezza per isolare il mercato. Altri contagi c'erano stati, ma l'unico a farsi avanti, l'unico a denunciare le sue condizioni cliniche è stato Tang. Fortunatamente Wu Zunyou, epidemiologo a capo del Centro cinese, ha detto che il nuovo focolaio ora è sotto controllo. Ed è grazie a "Daye Tang" (zio Tang) trovato da se non si è ripetuto un nuovo "caso Wuhan".
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Il Messaggero