Coronavirus, trentenne stuprata e impiccata: è il nono femminicidio in Argentina da quando è iniziata la quarantena

Coronavirus, trentenne stuprata e impiccata: è il nono femminicidio in Argentina da quando è iniziata la quarantena
L'ha violentata. L'ha strangolata coprendole il naso e la bocca e infine ha appeso il corpo senza vita a una staccionata di Tigre, in Argentina. Non si arresta...

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L'ha violentata. L'ha strangolata coprendole il naso e la bocca e infine ha appeso il corpo senza vita a una staccionata di Tigre, in Argentina. Non si arresta l’ondata di violenza sulle donne nel Paese dove si registra il nono femminicidio da quando è stata istituita la quarantena.

 
Questa volta la vittima è María Florencia Santa Cruz, 30enne figlia di un commissario di polizia in pensione di Buenos Aires, uccisa e fatta ritrovare martedì mattina impiccata dal suo assassino, che ha usato la sua giacca per appenderla come un fantoccio alla staccionata. Sono stati gli agenti che stavano pattugliando l’area a trovare il cadavere: Marìa era seminuda, indossava la maglietta e un paio di pantofole. I suoi pantaloni e la biancheria intima erano a un metro dal corpo.

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Il suo presunto spietato aguzzino è già in carcere: giovedì la polizia ha arrestato Sebastián Hernández, che potrebbe essere condannato per abuso sessuale e femminicidio. Se giudicato colpevole, passerà il resto della sua vita in carcere.
 
A mettere gli investigatori sulle tracce di Hernández sono stati i filmati delle telecamere del Tigre Operations Center, grazie ai quali sono stati in grado di seguire i movimenti della vittima e del suo assassino.
Le immagini hanno catturato il momento in cui María Florencia, che secondo i suoi parenti aveva problemi psichiatrici e di dipendenza, è arrivata nel luogo in cui è stata assassinata alle 12.43 di martedì, accompagnata da un uomo a petto nudo che indossava una camicia rossa aperta e dei bermuda. Sebbene nella registrazione non si veda il momento dell’omicidio, il sospetto è stato visto allontanarsi dalla scena da solo e altre telecamere lo hanno ripreso intorno alle 13.20 mentre tornava casa, a poco più di dieci isolati dal luogo dell’omicidio.
 

Sul percorso verso la casa dell’uomo, la polizia ha ritrovato un paio di occhiali, un fazzoletto e il portafoglio della vittima. A casa di Hernández gli agenti hanno trovato gli stessi abiti visti nel filmato. L’uomo, anche lui con problemi di dipendenza, aveva graffi e abrasioni sulle braccia. Il sospetto è che glieli abbia provocati María Florencia, che ha tentato di resistere fino alla fine al suo brutale attacco. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero