Si guarda alla Corea del Sud, a Taiwan, e a tutti quei sistemi che consentono di tracciare i movimenti delle persone. La lotta al coronavirus si combatte anche così,...
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Nel frattempo, molte aziende si stanno facendo avanti per presentare i loro progetti. E in attesa di una regolamentazione precisa, Palazzo Chigi mostra particolare interesse a questo tipo di ricerca e ha istituito una task force che avrà il compito di utilizzare i big data per monitorare le informazioni utili all’emergenza. Il gruppo di esperti farà capo al ministero dell’Innovazione e sarà composto da economisti e consulenti. La creazione del team di analisti è stata prevista con l’articolo 76 del decreto Cura Italia proprio nell’ambito dell’attuazione delle misure di contrasto al Covid-19.
«Al fine di dare concreta attuazione alle misure adottate per il contrasto e il contenimento del diffondersi del virus - è scritto al primo comma - con particolare riferimento alla introduzione di soluzioni di innovazione tecnologica e di digitalizzazione della pubblica amministrazione, il Presidente del Consiglio dei ministri, o il Ministro delegato, fino al 31 dicembre 2020 si avvale di un contingente di esperti, in possesso di specifica ed elevata competenza nello studio, supporto, sviluppo e gestione di processi di trasformazione tecnologica».
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La loro attività sarà su base statistica, perché si tratta di dati anonimi e aggregati. Uno studio sui “flussi” che contribuisca a dare un quadro sulle necessità: dall’aumento di mezzi pubblici in alcune zone e in alcune fasce di orario, all’apertura di un particolare negozio. Un po’ come fanno google o facebook quando inviano indicazioni su ristoranti o luoghi che potrebbero rientrare nelle nostre preferenze. Proprio qualche giorno fa il vicepresidente della regione Lombardia Fabrizio Sala aveva spiegato di aver fatto monitorare i movimenti dei milanesi per vedere quanti rimanevano realmente a casa e che era risultato che il 40% tendeva a stare in giro. Milano, in piena emergenza coronavirus, ha già pronta per questo tipo di indagine la struttura digitale nata con l’Expo che è servita a registrare l’andamento e le presenze alla fiera internazionale: si chiama EO15 e usa i gestori telefonici, dunque, i cellulari.
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In linea con la Lombardia anche il governatore del Veneto Luca Zaia, secondo il quale questa forma di monitoraggio sarebbe molto utile, anche se - ha aggiunto - «servono norme giuridiche che diano legittimazione al controllo, perché di fatto si tratta di una limitazione della privacy». L’ipotesi è comunque al vaglio.
Il Messaggero