#JeNeSuisPasUnVirus, spopola la campagna social: «Il peggior virus è il razzismo»

In risposta all'isteria provocata dal coronavirus, in Francia un numero crescente di cittadini di origini asiatiche denuncia un'ondata di razzismo e discriminazioni legato...

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In risposta all'isteria provocata dal coronavirus, in Francia un numero crescente di cittadini di origini asiatiche denuncia un'ondata di razzismo e discriminazioni legato all'epidemia del virus cinese con l'hashatag «Je ne suis pas un virus», «Non sono un virus». In questi giorni si vanno moltiplicando le derive in questo senso, tanto che sulla rete è stato lanciato l' #JeNeSuisPasUnVirus per contrastare il fenomeno. Intervistato da BFM-TV, un ragazzo francese si è detto vittima dell'aggressione verbale di un branco di giovani, all'uscita dalla palestra, a Parigi. «Un tipo ha cominciato a dirmi: sta arrivando il coronavirus! Saranno stati sette od otto a sbellicarsi dalle risate, ma non è affatto divertente».


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Ma i casi di messaggi discriminanti e sfottò contro gli asiatici si moltiplicano soprattutto sui social. Eccone solo alcuni su Twitter: «Scruto i cinesi nel bus così se ce n'è uno che starnutisce mi butto dal finestrino». O ancora: «Ogni volta che incrocio un cinese per strada ho paura di prendere il virus». E non le mancano fake news, come coloro che sostengono che all'origine del propagarsi del virus ci sarebbero le abitudini alimentari dei cinesi. Per contrastare la gogna anti-asiatica, una ragazza ha lanciato l'hashtag #JeNeSUisPasUnVirus. Citata da BFM-TV, la donna che preferisce restare anonima ricorda a tutti - se mai ce ne fosse bisogno - «che un virus non ha nazionalità» e che «il peggior virus di tutti è il razzismo sistematico».

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Il Messaggero