Il Covid-19 dilaga in Belgio, è record europeo di morti

Il Covid-19 dilaga in Belgio, è record europeo di morti
Scoppia il caso Belgio al centro dell'Europa. Da alcuni giorni il piccolo Paese registra non solo il più alto tasso di mortalità da Covid-19 all'interno...

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Scoppia il caso Belgio al centro dell'Europa. Da alcuni giorni il piccolo Paese registra non solo il più alto tasso di mortalità da Covid-19 all'interno della Ue, ma anche il tasso di letalità più marcato. In pratica da un lato il numero delle morti rispetto alla popolazione totale di 11,5 milioni di persone è incredibilmente elevato (471 per ogni milione di cittadini, contro i 384 dell'Italia e i 429 della Spagna), dall'altro lo è anche la percentuale di decessi tra chi è risultato positivo al virus. In particolare, secondo gli ultimi dati disponibili, il tasso di letalità è del 14,6 per cento con circa 5.400 morti sugli oltre 37 mila casi positivi rilevati fino a questo momento. Si tratta di un dato superiore a quello di Italia (13,2 per cento), Regno Unito (13,5), Francia (12,6) e Spagna (10,4), vale a dire dei Paesi nei quali, in termini assoluti, si sono registrati più decessi. Percentuali che non potevano non creare polemiche. Stampa e cittadini belgi infatti, hanno attaccato pesantemente il governo guidato da Sophie Wilmes, accusandolo di inefficienza. Tuttavia, secondo le autorità sanitarie del Paese, i dati in questione più che dall'inadeguatezza delle risposte messe in campo sarebbero condizionati dalla «massima trasparenza» con cui sono stati comunicati i dati sin dall'inizio dell'epidemia.


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IL CONTEGGIO
Come ha spiegato la stessa Wilmes in conferenza stampa infatti, questo modus operandi del governo avrebbe prodotto dati che «a volte sono sovrastimati». Mentre la maggior parte dei conteggi ufficiali degli altri paesi europei riflette una frazione del numero effettivo di contagi poiché si stanno testando solo i casi più gravi, in Belgio si è scelto di fare diversamente. A differenza di quanto avviene anche in Italia ad esempio, le autorità di Bruxelles hanno deciso di tenere conto delle morti nella case di cura e di riposo. Vale a dire in quelle strutture in cui risiede gran parte delle persone a rischio per età o malattie pregresse. Non a caso, proprio all'interno delle 1.500 case di riposo, si sono registrate il 50% delle morti totali (contro il 48% negli ospedali) e appena il 7,8% di questi decessi sono validati dai tamponi come dovuti al Covid-19. Per cui il 92% delle morti che fanno impennare l'indice di mortalità e di letalità, sono solamente sospette e aderendo agli stessi criteri adottati dalle altre autorità sanitarie europee le cifre sarebbero ben diverse. In ogni caso, l'esecutivo ha fatto sapere che impiegherà oltre 200mila tamponi per verificare la situazione reale di ospiti e personale delle case di riposo. Intanto il governo Wilmes ha esteso fino al 3 maggio le restrizioni adottate a partire dal 18 marzo scorso e non c'è alcuna data fissata che dia il là ad un allentamento progressivo.
 

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MADRID INDECISA

Intanto in Spagna non c'è unità d'intenti sulla strada da prendere. Ci sono pressioni per allentare la morsa delle chiusure, soprattutto verso i minori (la sindaca di Barcellona, Ada Colau che ha due figli di tre e nove anni, aveva lanciato un appello su Facebook per «liberare i bambini»). «Perché i bambini possano uscire in strada c'è bisogno di un numero di nuovi casi giornalieri sufficientemente basso da evitare che torni a esplodere l'epidemia e che non metta a rischio i malati e il sistema sanitario», la risposta del responsabile del comitato tecnico del governo spagnolo sul Covid-19, Fernando Simon precisando che si valuterà giorno per giorno. Ma il presidente del governo spagnolo, Pedro Sanchez, ha annunciato che chiederà una ulteriore proroga del lockdown di 15 giorni, fino al 9 maggio, per contrastare la diffusione del coronavirus: «Servono ulteriori sforzi per entrare nella fase due del confinamento».
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Il Messaggero