Congedo mestruale di tre giorni, svolta storica per le donne in Spagna: ecco come funziona

Ministra, non si andrà più a lavoro imbottite di pillole

Spagna, tre giorni di congedo per le mestruazioni: arriva l'ok del consiglio dei ministri
Il congedo di tre giorni al mese per le donne che soffrono di mestruazioni dolorose sta per diventare legge in Spagna, che diventa così il primo stato europeo ad...

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Il congedo di tre giorni al mese per le donne che soffrono di mestruazioni dolorose sta per diventare legge in Spagna, che diventa così il primo stato europeo ad approvare una norma in materia. Il testo legislativo, che comprende una riforma più ampiaanche in relazione all'accesso all'aborto, ha ricevuto il 17 maggio il primo ok dal Consiglio dei Ministri. Ora sarà sottoposto a un secondo passaggio in Consiglio e poi inizierà il proprio iter parlamentare attraverso un procedimento d'urgenza.

La ministra «Mai più al lavoro imbottite di pillole»

La conferma ufficiale è arrivata dalla ministra delle Pari Opportunità, Irene Montero: «È finito il tempo di andare a lavoro imbottite di pillole e dover nascondere che nei giorni del ciclo patiamo un dolore che ci impedisce di lavorare» ha detto in conferenza stampa «Siamo il primo Paese d'Europa a regolamentare permessi speciali temporanei per mestruazioni dolorose pagati interamente dallo Stato». 

La condizione per accedere ai permessi è che esista un dolore invalidante, che in molti casi è associato ad altre patologie. Montero ha spiegato inoltre che per accedere a questi permessi non sarà necessario aver versato in precedenza contributi alla previdenza sociale. 

Anche il premier Pedro Sánchez ha commentato come una vittoria l'approvazione del testo: «Avanziamo in femminismo. Le donne devono poter decidere liberamente sulle loro vite», ha scritto su Twitter.

La riforma facilita l'accesso all'aborto anche per minorenni 

I congedi per mestruazioni dolorose sono inseriti in un progetto di legge più ampio sui diritti delle donne. La riforma sopprime l'obbligo di permesso dei genitori per avere accesso all'aborto nel caso delle ragazze di 16 e 17 anni, introdotto in precedenza dal centro-destra, oltre alla garanzia che ogni richiedente possa trovare sanitari disponibili a praticare l'aborto nel centro sanitario pubblico «più vicino» a dove vive, pur mantenendo la «compatibilità» con l'obiezione di coscienza.  

La norma include anche provvedimenti come la messa a disposizione gratuita di pillole del giorno dopo nelle ASL, l'estensione dell'educazione sessuale obbligatoria in tutte le tappe dell'istruzione, «a partire dalla prima infanzia» e la proibizione delle pubblicità da parte di agenzie d'intermediazione per la maternità surrogata (una pratica proibita in Spagna). 

 

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Il Messaggero