Sperare in un mondo migliore oppure capitolare. È la scelta che deve fare l'umanità, che subisce i disastri provocati dal cambiamento climatico, secondo il...
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Deluso dall'azione «insufficiente» dei grandi inquinatori (Cina, Usa, India), li ha esortati ad intensificare gli sforzi altrimenti «l'impatto su tutte le forme di vita del pianeta, compresa la nostra, sarà catastrofico». L'Unione europea, con l'iniziativa di un «patto verde», può fare da traino ai Paesi che producono più gas serra in uno sforzo collettivo di taglio delle emissioni. E infatti, la neo presidente dell'Ue Ursula von der Leyen ha confermato che «tra 10 giorni la Commissione europea presenterà il suo 'Green Deal'. Il nostro obiettivo è di essere il primo continente neutro dal punto di vista climatico entro il 2050. Se vogliamo raggiungere questo obiettivo, dobbiamo agire ora». Ha poi assicurato: «Siamo pronti a contribuire con il nostro accordo europeo a un accordo verde globale». L'addio al carbone con il taglio dei gas serra sarà uno dei temi di negoziazione durante le due settimane di lavori (fino al 13 dicembre) in cui si cercherà di definire le regole per rendere operativo l'Accordo di Parigi dal 2020. Fra gli altri dossier ci sono i mercati di carbonio, la finanza climatica e il meccanismo «Loss&Damage». Dal ministro dell'Ambiente del Cile Carolina Schmidt, presidente della Cop25 (ospitata dalla Spagna dopo la rinuncia del paese sud americano per i disordini interni) è arrivato l'appello ad impegnarsi prima della deadline del 2020 (quando ciascun Paese dovrà presentare il proprio piano climatico) ad aumentare i tagli di CO2 e ad essere sensibili verso i Paesi più poveri e vulnerabili all'aumento delle temperature.
A questo proposito Oxfam ha affermato che oltre 20 milioni di persone all'anno sono costrette nei paesi più poveri ad abbandonare le proprie case a causa di catastrofi provocate dal riscaldamento globale e che i cambiamenti climatici sono la prima causa al mondo di migrazioni forzate interne, incidono 3 volte di più dei conflitti. «Oggi, per fortuna, soltanto una manciata di fanatici nega l'evidenza» ha detto il premier ad interim spagnolo, Pedro Sanchez.
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Il Messaggero