OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Allarme condizionatori. La diffusione capillare dei climatizzatori nelle case di tutto il pianeta è sul punto di diventare una nuova emergenza climatica, complicando ulteriormente la riduzione delle emissioni di C02. Per affrontare temperature sempre più alte e ondate di calore in aumento, una nuova ricerca della Università Cà Foscari – pubblicato su Nature Communications - analizza i fattori cruciali che guidano l'impatto ambientale nei prossimi 20 anni.
La ricerca, finanziata dal Consiglio Europeo della Ricerca (ERC), fornisce la prima analisi comparativa di come il clima e le caratteristiche delle famiglie, tra cui il reddito, guidino l'acquisto di impianti per l’aria condizionata in quattro economie emergenti: Brasile, India, Indonesia, e Messico.
In questi paesi, ci sarà un vero e proprio boom dell’aria condizionata nei prossimi 20 anni: nel 2040, ne sarà provvisto l’85% delle famiglie in Brasile, il 69% in India, il 61% in Indonesia e il 53% in Messico. Questo porterà ad un aumento importante dei consumi di elettricità delle famiglie, che triplicherà in India e Indonesia, e quasi raddoppierà in Messico e Brasile.
Il vertiginoso aumento del numero di condizionatori installati nelle case porterà ad importanti e nuove emissioni di C02.
"Non è solo una questione di cambiamenti climatici o di livelli di benessere, che sappiamo essere entrambi in aumento. I nostri risultati suggeriscono che i modelli di adozione dell'aria condizionata sono determinati da molteplici fattori, che hanno pesi diversi per i vari paesi", spiega Enrica De Cian. Nelle economie emergenti, la decisione di dotarsi di aria condizionata in risposta alle temperature in aumento è fortemente legata alle caratteristiche socio-economiche e demografiche dei nuclei familiari. Oltre al reddito, ciò che davvero influenza la decisione di acquistare un condizionatore sono: le condizioni abitative, il livello di istruzione, l'occupazione, il genere, l'età del capofamiglia e il fatto di vivere o meno in aree urbane.
Il Messaggero