Dopo una notte di stallo, la polizia ha fatto irruzione nel Polytechnic University di Kowloon a Hong Kong dove sono asserragliati circa 200 manifestanti pro-democrazia....
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Hong Kong, ultimatum di Pechino. Xi Jinping: «Restaurare l'ordine e punire i criminali violenti»
Ultimatum della polizia. La polizia di Hong Kong ha lanciato l'appello alla resa agli studenti arroccati nel campus della PolyU, invitati a deporre le armi e a uscire in modo ordinato. Tutti, ha assicurato un portavoce in una conferenza stampa in streaming, saranno arrestati perché «sospettati di rivolta» in vista degli accertamenti del caso. Dall'inizio delle proteste di giugno, la polizia ha arrestato 4.401 persone, di cui 3.395 uomini e 1.096 donne, in età compresa tra gli 11 e gli 83 anni.
154 persone arrestate. La polizia di Hong Kong ha reso noto di aver arrestato da venerdì a domenica un totale di 154 persone, di cui 51 solo domenica qualificatesi come personale medico, paramedico e giornalisti. Nella conferenza stampa quotidiana trasmessa in streaming, un portavoce ha assicurato che gli agenti sono determinati a permettere alle ambulanze di entrare nel PolyU al fine di trasportare i feriti in ospedale per le cure necessarie, prima dell'avvio di ulteriori indagini a loro carico.
Trentotto i feriti. Sono 38 le persone rimaste ferite nei violentissimi scontri tra la polizia ed i manifestanti ad Hong Kong nelle ultime 36 ore. Lo hanno reso noto fonti ospedaliere, specificando che cinque, tre uomini e due donne, sono in condizioni gravi. Non è chiaro se tutti siano rimasti feriti nell'assedio del Politecnico o quanti dei feriti siano dimostranti e quanti poliziotti. Ma quando è scaduto l'ultimatum la polizia ha circondato il Politecnico impedendo ai manifestanti di trovare una via di fuga dall'irruzione, attualmente in corso.
Gli studenti usano le molotov. Ma mentre la polizia è stata in grado di arrestare alcuni manifestanti ai bordi esterni delle barricate che proteggono l'università - come ha spiegato il New York Times - gli agenti si sono presto ritirati dopo che altri studenti hanno dato fuoco alle barricate e lanciato decine di molotov contro. La polizia aveva circondato il Politecnico di Hong Kong minacciando di usare «forza letale» per arrestare coloro che non si erano arresi. Il tentativo di raid è stato l'intervento più diretto delle forze di polizia su uno dei campus universitari della città, che fino a poco tempo fa erano spazi sicuri per i giovani manifestanti.
L'assalto della polizia è iniziato verso le 5:30 del mattino a Hong Kong e alle 6:15 il fuoco sulla barricata era ancora visibile a distanza. I manifestanti ai margini del campus, invece, hanno continuato il blocco di un tunnel vicino al porto e hanno intensificato le loro tattiche dando fuoco a due ponti e un veicolo della polizia corazzato.
Hong Kong sotto assedio L’università chiude i battenti: lezioni solo online
Alta Corte: incostituzionale bando maschere. Il divieto di indossare maschere durante le manifestazioni di protesta è incostituzionale.
Polizia a studenti: arrendetevi. La polizia di Hong Kong ha lanciato l'appello alla resa agli studenti arroccati nel campus della PolyU, invitati a deporre le armi e a uscire in modo ordinato. Tutti, ha assicurato un portavoce in una conferenza stampa in streaming, saranno arrestati perché «sospettati di rivolta» in vista degli accertamenti del caso. Dall'inizio delle proteste di giugno, la polizia ha arrestato 4.401 persone, di cui 3.395 uomini e 1.096 donne, in età compresa tra gli 11 e gli 83 anni.
Portavoce ministero degli Esteri: difendere la sovranità. Nessuno dovrebbe «sottovalutare la determinazione della Cina nella difesa della sua sovranità e della stabilità di Hong Kong»: così il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang, in merito agli ultimi sviluppi della crisi dell'ex colonia britannica. La Cina riconferma il suo sostegno agli sforzi della polizia di Hong Kong per proteggere la vita quotidiana e la sicurezza dei cittadini dopo un weekend di aspri scontri, ha aggiunto Geng. A distanza di quasi sei mesi dal loro inizio, ha osservato il portavoce, «non c'è una singola manifestazione pacifica. È solo una manciata di criminali impegnati in violenze contro i civili normali. Sono loro che hanno colpito l'ordine sociale».
Ambasciatore: Cina non resterà a guardare. La protesta a Hong Kong non ha ormai «nulla a che fare con la cosiddetta democrazia, ma mira a minare il modello 'un Paese, due sistemì». Lo afferma l'ambasciatore della ex colonia britannica a Londra, Liu Xiaoming, ammonendo che Pechino «non resterà con le mani in mano se lo scenario diverrà incontrollabile». «Abbiamo sufficiente determinazione e potere per mettere fine ai disordini», rincara Liu, tornando a denunciare «i commenti irresponsabili» del governo britannico, sollecitato a «non interferire negli affari interni» della Cina.
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Il Messaggero