Christian Atsu morto sotto le macerie dopo il terremoto in Turchia: poche ore prima aveva segnato il suo ultimo gol

L'attaccante dell'Hatayspor aveva prenotato un biglietto per tornare in Francia, ma dopo la gioia del gol aveva rinunciato alla partenza. Se fosse salito su quel volo si sarebbe salvato

Turchia, il dramma di Christian Atsu: il gol decisivo, poi il terremoto. Il corpo trovato sotto le macerie
Aveva segnato il suo ultimo gol il 5 febbraio, poche ore prima che un terribile terremoto devastasse una parte della Turchia. Christian Atsu, 31 anni, ex nazionale del Ghana con...

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Aveva segnato il suo ultimo gol il 5 febbraio, poche ore prima che un terribile terremoto devastasse una parte della Turchia. Christian Atsu, 31 anni, ex nazionale del Ghana con cui aveva disputato i Mondiali del 2014 in Brasile, giocava nell'Hatayspor, club di Antiochia che disputa la Super Lig, e dove lui era arrivato reduce dall'esperienza nell'Al-Raed saudita. Il suo corpo è stato ritrovato oggi sotto la macerie, come hanno fatto sapere sia la sua società che l'Ambasciata e il ministero degli Esteri del Ghana, ed è quindi sfumata ogni speranza di ritrovarlo ancora in vita, notizia diffusa qualche giorno fa, poi rivelatasi infondata. Adesso tutto il mondo del calcio lo piange, in particolare le squadre in cui aveva giocato, come Vitesse, Malaga, Porto, Chelsea (dove lo aveva allenato Antonio Conte) e Newcastle. Per questo i Blues hanno deciso di giocare con il lutto al braccio, mentre sia l'Hatayspor che Conte lo ricordano come «una bellissima persona».

 

 

Il ricordo

Il Newcastle, con la cui maglia Atsu ha giocato per cinque anni, lo commemora come «un giocatore di talento e una persona speciale, che qui sarà sempre ricordato» e sui social ricorda che «nel 2017 ha dato un contributo fondamentale per la vittoria delle Magpies nel Championship (la serie B inglese ndr) e poi, quando il suo acquisto da parte nostra divenne definitivo, per mantenere il posto della squadra nella massima serie».

Toccante il ricordo dello juventino Danilo, suo compagno ai tempi del Porto: «i momenti considerati 'normalì possono lasciarci grandi insegnamenti - ha scritto il brasiliano su Instagram -. Ricordo bene i nostri pranzi o le nostre cene col Porto all'Hotel Sol Verde a Espinho, Portogallo, dove mangiavi sempre tutto il pollo e anche l'osso. Esatto. L'osso. Noi, nella nostra superficialità, ridevamo sempre e dicevamo 'Che fame è questa Atsu?!'. Finché un giorno così, anche senza averne bisogno, e prendendo sempre tutto con leggerezza e con quel grande sorriso, ci spiegò che aveva l'abitudine di mangiare anche l'osso, perché nell'infanzia aveva imparato a non sprecare nulla di quello che si doveva mangiare, perché non sapeva quando e quale sarebbe stato il prossimo pasto». 

Una lezione di vita che l'ex capoeirista di Minas Gerais non ha mai dimenticato. E a ricordare che Atsu non fosse un calciatore, oltre che un uomo, qualunque ci sono anche quei due premi che gli vennero assegnati nel 2015 come miglior giocatore e per il gol più bello della Coppa d'Africa di quell'anno, che il Ghana perse in finale ai rigori contro la Costa d'Avorio. «Il calcio ha perso uno dei suoi migliori 'ambasciatorì, e per noi srà difficile rimpiazzare uno così», le parole del Presidente del Ghana Nana Akufo-Addo: in patria, e altrove, nessuno gli dà torto.

 

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Il Messaggero