Charlie Hebdo, arrestato a Gibuti la "mente" dell'attentato: era uno dei terroristi più ricercati

Il jihadista francese, Peter Chérif, sospettato di essere una delle menti dell'attentato al giornale satirico Charlie Hebdo nel gennaio 2015 a Parigi, è stato...

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Il jihadista francese, Peter Chérif, sospettato di essere una delle menti dell'attentato al giornale satirico Charlie Hebdo nel gennaio 2015 a Parigi, è stato catturato a Gibuti, è già nelle mani della polizia francese e in via di estradizione verso la Francia.


Gli attentati che hanno insanguinato la Francia, da Charlie Hebdo, al Bataclan, a Nizza: 230 morti in due anni

Lo rende noto il sito del settimanale Marianne, citando fonti del governo, ripreso da altri media francesi. L'uomo, 36 anni, era amico dei fratelli Kouachi, autori della strage nella redazione. Noto anche come Abou Hamza, in fuga dal 2011, Chérif era uno dei terroristi più ricercati al mondo, riferisce ancora Marianne.

Ex delinquente comune, «indottrinato» nella stessa filiera di Buttes-Chaumont frequentata dai fratelli Kouachi, Chérif combatté in Iraq nei primi anni 2000. Condannato dagli iracheni nel 2006 riuscì ad evadere, prima di essere catturato di nuovo e consegnato alle autorità francesi. Lasciato in libertà in attesa di giudizio, riuscì a fuggire l'ultimo giorno del suo processo, nel gennaio 2011, prosegue Marianne.

Arrivato in Yemen, si arruolò tra le fila di Al Qaida nella penisola arabica dove venne raggiunto da uno dei due fratelli, Said Kouachi. Secondo la polizia, scrive ancora il settimanale, Peter Chérif sarebbe uno dei mandanti, se non addirittura il principale 'cervellò della strage di Charlie Hebdo. L'uomo sarebbe inoltre stato in contatto anche con Amedy Coulibaly, autore dell'attacco all'Hyper Cacher di Parigi due giorni dopo.
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Il Messaggero