Londra, il giallo risolto in laboratorio: il cervello della moglie incastra il killer

Ian Stewart avrebbe soffocato la donna 12 anni fa

Londra, il giallo risolto in laboratorio: il cervello della moglie incastra il killer
Aveva dichiarato che la moglie era morta per una crisi epilettica, ma ora, quasi 12 anni dopo, Diane Stewart sta per avere giustizia: il marito Ian Stewart, già condannato...

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Aveva dichiarato che la moglie era morta per una crisi epilettica, ma ora, quasi 12 anni dopo, Diane Stewart sta per avere giustizia: il marito Ian Stewart, già condannato all'ergastolo per aver ucciso la fidanzata e famosa scrittrice, ora è sotto processo anche per il suo omicidio. Sembra la trama di un film, o di una serie tv che ha come protagonista una squadra di patologi forensi. Eppure è tutto vero.

Londra, “parla” il cervello della vittima

 

La verità sugli ultimi attimi di vita di Diane è sempre stata nascosta tra i tessuti del suo cervello, che lei aveva deciso di donare alla ricerca. E ora gli scienziati hanno dimostrato che Diane non è deceduta per cause naturali, ma è morta per soffocamento, «operato da una forza esterna».

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LA FIDANZATA
Tutto comincia quando nel 2012 Ian Stewart conosce la scrittrice di libri per ragazzi Helen Bailey su un sito web di incontri per vedovi. Il patrimonio della donna, creatrice del personaggio di successo Electra Brown e scrittrice di 5 libri amatissimi dai più giovani, si aggira attorno ai 4 milioni di sterline, mentre l'uomo non lavora da 16 anni. Nel 2016 vivono già insieme e progettano di sposarsi. Tuttavia, la donna comincia ad avere diversi disturbi: lamenta stanchezza e spossatezza, così cerca una risposta in rete. Da questo momento, aprile 2016, gli amici non hanno più sue notizie. Il compagno riferisce alla polizia che la donna se ne è andata di sua volontà dicendo di «aver bisogno di spazio» e Helen viene inserita nella lista delle persone scomparse. Stewart, però, commette degli errori che concentrano i sospetti su di lui: tiene il cellulare della fidanzata e tenta di usare il denaro della donna. Quando gli investigatori perquisiscono la casa trovano i corpi di Helen e del suo cane nel pozzo nero della proprietà: la donna è stata drogata ripetutamente e uccisa. «Helen non andava da nessuna parte senza il suo cane», spiega il procuratore Stuart Trimmer. Per rendere credibile la teoria della fuga volontaria, Stewart ha dovuto eliminare anche lui. Nel 2017, l'uomo, che si dichiara innocente, viene condannato all'ergastolo e la polizia decide di riaprire il caso della morte della moglie, avvenuta il 25 giugno 2010 nella casa coniugale di Bassingbourn, nel Cambridgeshire.

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Secondo il procuratore Trimmer, che ha portato Stewart nuovamente davanti al giudice, l'uomo ha ingannato il personale medico citando un problema di salute che la donna aveva avuto in passato: le crisi epilettiche. Una tesi che l'assassino era riuscito a rendere credibile, nonostante, come spiegato da un consulente dell'accusa, oggi sia un tipo di morte raro, che colpisce una persona su 100mila. «Quel giorno sono uscito di casa e quando sono rientrato ho trovato Diane coricata sul patio: aveva perso i sensi. Sono entrato per prendere il telefono e ho chiamato i soccorsi», aveva dichiarato l'uomo. Per il procuratore, invece, Stewart non avrebbe mai lasciato l'abitazione. Anche gli amici della vittima hanno descritto «inusuale» il comportamento dell'uomo durante il funerale, aggiungendo di aver avuto da lui diverse versioni sulla dinamica dei fatti.

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Poco dopo il decesso della moglie, il vedovo in lutto si era comprato quasi subito un'auto sportiva e aveva iniziato una nuova relazione. Testimonianze che si uniscono alle scoperte di scienziati e patologi coinvolti nelle indagini, incaricati di rianalizzare le circostanze i suoi tessuti cerebrali della vittima. Il cadavere era stato cremato, ma, in tempi non sospetti, la donna aveva deciso di donare il cervello alla scienza. Grazie a questo, le conclusioni dell'accusa, oggi, sono molto diverse: la morte di Diane, si legge nel report, è stata causata «molto probabilmente da una restrizione prolungata del suo respiro da una forza esterna». Stewart continua a negare, ma, a quanto pare, sarà la scienza ad avere l'ultima parola.
 

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Il Messaggero