Dire a un uomo che è calvo sul posto di lavoro equivale a una molestia sessuale, lo ha stabilito un tribunale inglese

Dire a un uomo che è calvo sul posto di lavoro equivale a una molestia sessuale, lo ha stabilito un tribunale inglese
Calvo, pelato, rapato. Attenzione a definire così un uomo senza capelli perché in Inghilterra è considerata una molestia sessuale. E visto che la...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Calvo, pelato, rapato. Attenzione a definire così un uomo senza capelli perché in Inghilterra è considerata una molestia sessuale. E visto che la calvizie è decisamente più diffusa tra gli uomini che non tra le donne, utilizzare questo nomignolo per descrivere un collega può costare caro: lo ha stabilito un tribunale inglese affermando che è una forma di discriminazione. Per farla breve, commentare, spettegolare o malignare sui pochi capelli in testa del vicino di scrivania equivale al commento di un collega sul seno prosperoso di una collega. Il precedente giudirico che appare su diversi organi di stampa sta sollevando il putiferio nel Regno Unito.

La sentenza è stata emessa da una commissione giudicante di un tribunale nello Yorkshire (composta da 3 uomini) che ha preso in esame il caso di un elettricista impiegato in una grossa azienda del settore licenziato dopo tanti anni di lavoro lo scorso anno. Il dipendente ha fatto causa e ha portato l'azienda in tribunale sostenendo, tra diverse cose, di essere stato vittima di molestie sessuali dopo un incidente con il supervisore della fabbrica che lo avrebbe apostrofato definendolo “troia pelata”, facendo riferimento alla calvizie.

Cosa che ha offeso profondamente l'elettricista. Il tribunale ha stabilito che il commento sulla calvizie non è semplicemente un insulto neutro, sebbene offensivo, ma rientra nel terreno scivoloso delle molestie poiché si tratta di offendere qualcuno su un aspetto intrinsecamente legato al sesso dato che questo problema - la calvizie - è molto più diffuso tra i maschi.

La calvizie colpisce più dell’80% della popolazione maschile sopra i 50 anni d’età. Questo disturbo è associato a fattori genetici, ma è causato anche da una sovrapproduzione di ormoni, gli androgeni che regolano la crescita dei capelli. La perdita dei capelli può essere improvvisa o graduale, ma di solito segue uno schema di diradamento che parte dall’attaccatura sulla fronte e procede verso la sommità della testa. 

L’età, è uno dei tre principali fattori che influiscono su questo disturbo, oltre al fattore ereditario e lo squilibrio ormonale. Altri disturbi medici correlati o associati alla calvizie maschile sono il cancro alla prostata, malattie coronariche, diabete e pressione alta cronica (ipertensione). Purtroppo per pre­ve­ni­re la cal­vi­zie c’è ben poco da fare.


 


 


 


 


 

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero