Il governo egiziano ha dichiarato lo stato di allerta nazionale dopo l'esplosione avvenuta vicino a un centro oncologico del Cairo. Diciannove persone sono state uccise e...
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L'autobomba esplosa davanti all'istituto oncologico del Cairo era diretta contro un altro obiettivo. È quanto si legge sulla pagine Facebook del ministero dell'Interno egiziano il quale precisa che era stato pianificato un atto terroristico su un non preciso obiettivo.
Il procuratore generale del Cairo, Nabil Ahmed Sadeq ha ordinato un'inchiesta e inviato una squadra investigativa sul luogo dell'incidente stradale che ha causato l'esplosione e l'incendio all'Istituto per il cancro del Cairo. Lo riferisce l'agenzia Mena.
Un atto «terroristico». Così il presidente egiziano Abdel Fattah el Sisi, ha definito sulla sua pagina Twitter e Facebook, l'esplosione avvenuta davanti al centro oncologico del Cairo che ha provocato finora 20 morti e 47 feriti. «Esprimo le mie più sincere condoglianze al popolo egiziano e alle famiglie dei martiri dell'atto terroristico avvenuto nell'area di Gasr el aini», scrive il presidente egiziano sui social. «Posso confermare che lo stato egiziano è determinato nel contrastare il terrorismo e a sradicarlo, armato dalla forza e dalla volontà del suo popolo», ha aggiunto.
L' Egitto di Abdel Fattah al-Sisi punta il dito contro il movimento Hasm in relazione all'esplosione avvenuta la notte scorsa davanti all'Istituto oncologico al Cairo. Le autorità del Cairo considerano il movimento Hasm (Ḥarakat Sawàd Miṣr) legato ai Fratelli Musulmani, messi al bando in Egitto. Il movimento Hasm ha annunciato nel luglio del 2016 l'inizio delle sue "operazioni" con un comunicato diffuso online in cui affermava - come ha riportato l'agenzia Dpa - di voler «fare a pezzi il golpe», con un chiaro riferimento alla deposizione nel 2013 del presidente Mohamed Morsi, espressione dei Fratelli Musulmani. Nell'agosto di tre anni fa il gruppo ha rivendicato il tentato attacco alla periferia del Cairo contro l'ormai ex gran mufti Ali Gomaa. In questi anni il movimento ha firmato diversi attacchi in Egitto ed è stato l'obiettivo di varie operazioni delle forze di sicurezza egiziane in differenti zone del Paese. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero