Bucha, Instagram inchioda uno dei responsabili della strage: ha scritto il suo nickname con lo spray su una casa

I giornalisti sono riusciti a risalire all'autore e contribuiranno con il loro lavoro al processo per crimini di guerra

Bucha, Instagram inchioda uno dei responsabili della strage: ha scritto il suo nickname con lo spray su una casa
Se la strage di Bucha avrà dei colpevoli in futuro, parte del merito lo avranno anche i social. Non solo per le tante testimonianze (atroci) diffuse con foto e video...

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Se la strage di Bucha avrà dei colpevoli in futuro, parte del merito lo avranno anche i social. Non solo per le tante testimonianze (atroci) diffuse con foto e video pubblicati ovunque. Un soldato si è fatto "beccare", perché ha pensato di imprimere il suo nickname di Instagram sul muro di una casa con una bomboletta spray. Dopo che i soldati di Putin hanno lasciato la città, distrutta e piena di cadaveri sparsi in strada, i giornalisti di Reuters arrivati per realizzare un reportage del disastro nella città vicino Kiev, hanno ritrovato la scritta "Wolf_68" impressa su un'abitazione che era stata occupata e sono potuti risalire così all'autore.

Il soldato russo in questione si chiama Kirill Kryuchkov. E nonostante il cambio di nome sul social, non è stato difficile ricostruire che fosse proprio uno degli uomini che erano a Bucha nei giorni del massacro. Sul suo profilo il soldato aveva diverse testimonianze che potevano confermare che si trattasse proprio di lui. Due persone che conoscevano Kryuchkov hanno confermato la presenza della sua unità militare in Ucraina alla Reuters. Lui invece non ha voluto commentare.

 

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La strage di Bucha

Dopo la ritirata dei russi da Bucha, sono emersi diversi potenziali crimini di guerra, nonostante da Mosca abbiano sempre negato le accuse, definendo le immagini elaborazioni della propaganda ucraina. Il caso di Bucha ha contribuito a dare forma alle accuse mosse contro la Russia e Putin, dal 24 febbraio a oggi. Nel reportage di Reuters, pubblicato il 5 maggio, emergono nuove importanti testimonianze che lasciano poco spazio all'interpretazione. I giornalisti di Reuters hanno trascorso tre settimane a Bucha intervistando più di 90 residenti  ed esaminando i documenti lasciati dai russi. Gran parte delle prove e delle testimonianze si sono concentrate su Yablunska Street, la via dove sono stati trovati i cadaveri lasciati in strada.

 

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Il Messaggero