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Nuova telefonata tra Boris Johnson e Ursula von der Leyen, mentre il Parlamento europeo accelera il conto alla rovescia verso una Brexit senza accordo. «Rimangono grandi differenze da colmare», ha detto la presidente della Commissione europea. Nel pomeriggio Downing Street ha ribadito che il «No deal» resta una possibilità. Il ministro Michael Gove, braccio destro del premier britannico, non esclude che le trattative proseguano fino a dopo Natale.
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«Con Boris Johnson abbiamo fatto il punto sui negoziati Ue-Regno Unito. Abbiamo accolto con favore i progressi sostanziali su molte questioni. Tuttavia, rimangono grandi differenze da colmare, in particolare per quanto riguarda la pesca. Colmarli sarà molto impegnativo. I negoziati continueranno domani», ha spiegato Von der Leyen.
L'intervento
Sulla Brexit, Gove ha ribadito che un accordo commerciale con l'Unione europea è da una parte necessario e prioritario per il governo Tory; dall'altra non ha nascosto la sua delusione sui tempi di realizzazione. Infatti, l'accordo verrà preso verosimilmente «in tempi più lunghi di quanto avremmo voluto».
L'ultimatum dell'Ue
Durante la giornata, infatti, il Parlamento europeo aveva accelerato sul «No deal», rendendo più stringenti i tempi per un'intesa. Un tentativo, secondo alcuni, di fare pressione sulle trattative in corso. Questo alla luce dei persistenti no di Londra, che terrebbero le trattative stagnanti da settimane: in particolare, se il testo definitivo non arriverà entro domenica, gli eurodeputati non assicurano l'accordo a partire dalle date successive. È appunto questo, il «No deal»: un'uscita senza accordo, ma relazionata soltanto dall'Organizzazione mondiale per il commercio (Wto). Quanto alle date, alcuni ritengono che possa trattarsi solo di una questione tattica da parte di Downing Street, dove Johnson continua a parlare di un No deal «probabile», e Gove che prova a mantenere una linea di apertura.
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Le proroghe
Nel frattempo i due team negoziali si sono riuniti a Bruxelles sotto la direzione di Michel Barnier e David Forst: «Buoni progressi, ma rimangono gli ultimi ostacoli», ha concluso Barnier ai capigruppo del Parlamento europeo. L'Unione europea, nel frattempo, ha comunque continuato ad organizzarsi in caso di una mancata intesa. Tuttavia, per evitare l'interruzione del traffico ferroviario nel tunnel della Manica, a partire dal 1° gennaio 2021, il Parlamento ha accettato di prorogare temporaneamente certificati di sicurezza e licenze, così da dare a Francia e Regno Unito il tempo sufficiente per concludere un accordo.
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