Brasile, emergenza petrolio: invasi 1.500 chilometri di spiagge del Nordest

Tartarughe, cormorani, gabbiani tutti intrappolati da un liquido vischioso che non li fa avanzare né volare: da giorni su tutti i social rimbalzano le foto degli animali...

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Tartarughe, cormorani, gabbiani tutti intrappolati da un liquido vischioso che non li fa avanzare né volare: da giorni su tutti i social rimbalzano le foto degli animali vittime di una emergenza ambientale tra le più gravi. L'intera costa del Nordest del Brasile, 1.500 chilometri di spiagge incontaminate, infatta è stata inondata dal petrolio, la cui origine non è ancora chiara: forse una perdita da una petroliera nell'Oceano visto che, per ora, il governo brasiliano ha escluso che la causa della perdita possa essere l'attività estrattiva condotta al largo delle coste. La società pubblica Petróleo Brasileiro ha detto di avere analizzato alcune tracce di petrolio e di non averle trovate compatibili con il tipo di petrolio estratto e raffinato dall’azienda.


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La scoperta risale al 2 settembre scorso ma solo ora si ha la dimensione dell’inquinamento e dei danni che sta provocando alla fauna marittima. Gli esperti dell’Ibama, l’Istituto ambientale brasiliano, quelli che Bolsonaro vuole eliminare, spiegano che le macchie di greggio interessano otto Stati: Sergipe, Alagoas, Pernambuco, Paraiba, Rio Grande do Norte, Ceará, Piaui e Maranhão.La situazione è complessa anche se i tecnici dicono di averla sotto controllo. Squadre di volontari e ambientalisti cercano di recuperare gli animali incatramati e di liberarli dalla coltre nera e metterli in salvo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero