Abito troppo "hot", arrestata all’Acropoli di Atene: la denuncia di una blogger

Abito troppo hot, arrestata all’Acropoli di Atene: la denuncia di una blogger
Una donna britannica afferma di essere stata arrestata nell’Acropoli di Atene durante un caso di «razzismo». La blogger di viaggi Adebola Sowemimo, che vive a...

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Una donna britannica afferma di essere stata arrestata nell’Acropoli di Atene durante un caso di «razzismo». La blogger di viaggi Adebola Sowemimo, che vive a Londra, afferma di essere stata arrestata dalle autorità greche ad Atene che l’hanno spinta fuori dall’area archeologica perché indossava “indumenti inappropriati”. 

Adebola, che è cresciuta vicino a Swindon, ha detto che hanno raccontato «grosse falsità» sostenendo che si era alzata la gonna e mostrato il suo corpo «cosa assolutamente non vera». 

Ieri ha twittato: «Sono appena stata arrestata dalla polizia greca sulla base di una falsa accusa. La polizia greca mi tiene in custodia. Questo è il razzismo al suo culmine». E poi: «Oggi sono andata all’Acropoli di Atene e sono stata cacciata perché indossavo, secondo loro, abiti inappropriati». «Sono stata spinta fuori dall’edificio mentre urlavano contro di me in greco - aggiunge sul post - Sono stati chiamati i poliziotti e hanno raccontato false affermazioni come quella che mi ero alzata la gonna mostrando il mio corpo in pubblico. Questa è una bugia». E ha poi raccontato di essere stata arrestata senza traduttore, ma era fortunata perché c’era il suo ragazzo lì per tradurre per lei. «Oggi sarò accompagnata in tribunale». 
 

«Non ho idea del perché sono stata falsamente accusata di qualcosa che non ho fatto - aggiunge la blogger - Sono stata derisa dalla polizia. Provocata dalla polizia greca e assolutamente traumatizzata dalla situazione». Ha anche detto che le autorità locali le hanno permesso di stare con il suo ragazzo prima di presentarsi questa mattina in tribunale, e ha detto che le condizioni in cui è stata detenuta erano «disgustose». 


All’uscita dal tribunale Adebola ha dichiarato di essere “davvero sollevata” dal supporto che ha ricevuto online, aggiungendo: «Comunque buona notizia il caso è stato assolto !!! Sono libera!!!». Ha aggiunto l’hashtag #travellingwhileblack al post. Adebola ha dichiarato di aver “scoperto il bug di viaggio” mentre studiava a Singapore e da allora ha visitato più di 30 località in tutto il mondo, tra cui Filippine, Tailandia e Tokyo. Il Foreign Office e l’ambasciata britannica ad Atene sono stati contattati per un commento, ma ancora non ci sono dichiarazioni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero