Ucraina-Russia, Biden sta davvero lasciando la scena ai leader Ue? Critiche Usa e popolarità che crolla

Negli ultimi giorni sono stati i Paesi dell'Unione - e non Washington - a prendere i provvedimenti più duri nei confronti di Putin

Biden sta davvero lasciando la scena ai leader Ue? Le critiche Usa e la popolarità che crolla
Biden non ha annunciato personalmente sanzioni contro Putin fino a che, alle prime ore del mattino del 28 febbraio, nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea...

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Biden non ha annunciato personalmente sanzioni contro Putin fino a che, alle prime ore del mattino del 28 febbraio, nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea è scattata la sanzione di blocco sulle riserve della Banca centrale di Russia. Gli Stati Uniti si sono uniti alla mossa per escludere Mosca dal sistema finanziario Swift solamente dopo gli accordi di Bruxelles. Ed è stata la Germania ad annunciare la sospensione del Nord Stream 2, un progetto del quale Biden inizialmente aveva promesso la conclusione. È un dato di fatto: negli ultimi giorni sono stati i leader delle principali capitali europee - e non Washington - a prendere i provvedimenti più duri per cercare di convincere il Cremlino a fermare il conflitto. 

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La strategia

I funzionari dell'amministrazione Biden affermano che l'attegiamento del presidente Usa riflette semplicemente il culmine di quella che descrivono come una strategia, velata e durata mesi, volta a fortificare l'unità occidentale di fronte all'invasione dell'Ucraina. Il risultato, aggiungono, è una testimonianza della forza dell'alleanza transatlantica. Biden sarebbe riuscito a ricostruire quelle alleanze che considerava oramai sfilacciate e a persuadere leader con interessi diversi e preoccupazioni interne a riunirsi. Mentre la Russia preparava il suo attacco, Biden avrebbe messo in campo una diplomazia discreta con gli alleati europei incoraggiandoli ad agire. 

«Si evita così lo svantaggio di avere l'idea che il “fratello maggiore” stia radunando o costringendo i suoi “fratelli minori” a eseguire i propri ordini», ha affermato Aaron David Miller, un diplomatico veterano e membro senior del Carnegie Endowment for International Peace. La strategia non è priva di rischi per le preoccupazioni politiche interne di Biden, privandolo delle opportunità di pubblicizzare i risultati mentre deve affrontare bassi indici di approvazione e attacchi da parte dei repubblicani che definiscono debole la sua risposta. «A Putin sarebbe piaciuto vedere questa situazione come una questione bilaterale», in stile guerra fredda insomma, «ma sarebbe stata una trappola», ha aggiunto Miller. «L'intera faccenda ora è incentrata sull'Europa. Questa è la nuova realtà. È necessario che il maggior numero di partner europei non solo svolgano un ruolo significativo e credibile, ma siano realmente coinvolti. E sono riusciti a farlo».

 

Critiche e popolarità 

Secondo un sondaggio di Washington Post-Abc, solo il 37% degli americani promuove il presidente a fronte di un 55% che lo boccia. E se una maggioranza bipartisan si esprime a favore delle sanzioni alla Russia, il 47% non approva la gestione della crisi in Ucraina da parte del presidente. Per Biden, impegnato a unire e cercare di guidare la coalizione internazionale contro Putin, si tratta di un quadro difficile, sicuramente più in salita di quanto la Casa Bianca si attendesse.

L'invasione dell'Ucraina ha complicato una partita già complessa per il presidente, andando a creare un crisi inattesa che va a sommarsi allo stallo della sua agenda interna, a una pandemia che solo ora sembra mollare la presa e a un'inflazione in volata che morde i portafogli degli americani. Nonostante questo il discorso sullo Stato dell'Unione di Biden non sarà il più «strano» e complicato della storia americana. Il titolo di intervento più complesso è saldamente nelle mani di Bill Clinton che, 23 anni fa, entrò alla Camera un mese dopo il suo impeachment, mentre i dettagli della sua relazione con Monica Lewinsky dominavano le prime pagine di tutte i giornali.

 

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Il Messaggero