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«Mia piccola Noa se non riuscirò a vederti, sappi che ti ho amata tanto». La voce che parla in ebraico è quasi un sussurro, si capisce che sta facendo uno sforzo enorme. E' straziante il rinnovato appello della mamma di una delle ragazze israeliane rapite al festival della musica dai miliziani di Hamas. Di questa giovane resta impresso l'ultimo fotogramma ripreso da uno dei telefonini dei terroristi: si vede che urla disperata, mentre viene fatta salire su una moto tra due uomini armati per essere portata a Gaza.
«Sono la mamma di Noa, mi chiamo Liora Argamani. La mia Noa è stata rapita a Gaza il 7 ottobre da Hamas. Io ho un cancro al cervello e non so quanto tempo mi resta da vivere. Vorrei avere la possibilità di vedere a casa la mia Noa. Mi appello al presidente Biden e alla Croce Rossa di portare a casa la mia Noa presto. Non mi resta tanto da vivere. Noa se non ti vedo per favore sappi che ti amo tanto. Per favore rilasciatela. Il mondo intero ti ama».
Liora ha un cancro avanzato al quarto stadio e ogni giorno di tregua spera che tra gli ostaggi rilasciati ci sia anche sua figlia. E' il suo ultimo desiderio prima di morire. Il video in cui si rivolge per avere aiuto al presidente americano e alla Croce Rossa sta facendo il giro del mondo.
Durante la tregua quel che resta di Gaza sono rovine spettrali
Il Messaggero