Grosse novità su uno dei casi che ha tenuto con il fiato sospeso il Belgio una ventina di anni fà. Simon Lembi, dopo mesi di ricerche venne dichiarato morto nel...
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Oggi vive «sotto un’altra identità all’estero, e non vuole rivelarlo», ha spiegato Denis Goeman, portavoce dell’ufficio del procuratore di Bruxelles. Ma riavvolgiamo il nastro della storia: il giorno della sua scomparsa, ha chiesto a sua madre il permesso di andare in un centro di accoglienza per guardare la televisione. Non mise mai piede negli alloggi popolari della città dove sua madre si era stabilita con lui e i suoi tre figli più piccoli. Erano da poco passate le 17 di quel venerdì 12 novembre 1999, quando si persero per sempre le tracce del ragazzino. L’allarme non venne dato immediatamente, la mamma iniziò a cercarlo da sola, erano arrivati da poco e non sapeva cosa fare. Nel 2015, intervistata, raccontò che suo figlio «era un ragazzo timido che non sapeva nulla e non conosceva nessuno a Bruxelles, parlava a malapena il francese, non aveva soldi, né bancomat». Dalla polizia erano state contemplate tutte le piste, compresa quella criminale. Nulla venne lasciato al caso. Oggi la sorpresa: Simon è vivo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero