C'è anche una italiana di 92 anni tra le 157 persone morte nella potentissima esplosione che martedì scorso ha devastato Beirut. E tra i 5mila feriti si...
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Beirut, il racconto choc della sposa travolta dall'esplosione: «È stato un incubo»
Beirut, la Cnn: «Esplosivo in nave russa in porto da anni, una bomba». Le foto dallo spazio
Maria Pia Livadiotti era una delle più longeve italiane di Beirut e aveva quasi sempre vissuto nella capitale libanese. Era vedova di Lutfallah Abi Sleiman, già medico di fiducia dell'ambasciata d'Italia a Beirut. Il figlio della donna ha detto di esser stato anche lui lievemente ferito in strada, di aver trovato, al suo ritorno a casa, la madre riversa a terra e di aver capito che purtroppo era già morta. La storia dell'anziana italiana si mescola a quella delle oltre 150 persone che hanno perso la vita nella tragedia del 4 agosto. Tra loro spicca la triste vicenda di una donna siriana e dei suoi quattro figli, tutti morti poche ore prima di imbarcarsi su un aereo che li avrebbe portati in Germania, dove li attendeva il marito e il padre dei bambini. Era una delle innumerevoli famiglie di siriani che passano per Beirut in fuga dalla guerra in Siria.
La mamma e i suoi piccoli erano arrivati nei giorni scorsi a Beirut e alloggiavano in una pensione non lontano dal porto. L'esplosione ha divelto le pareti e le finestre della loro stanza e, secondo le fonti, sono tutti morti sul colpo. Sebbene la conta dei feriti e dei morti prosegua, la maggior parte dei 5mila feriti sono stati curati nelle ultime 48 ore negli ospedali rimasti funzionanti dopo l'esplosione. Tra loro si registrano almeno dieci italiani, feriti in modo lieve secondo fonti della Farnesina. Intanto, l'Unione degli ospedali del Libano fa sapere che non c'è una vera e propria necessità di allestire ospedali da campo, come fatto dalla Russia e come si appresta a fare l'Iran, perché il picco della pressione sugli ospedali è già superato. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero