Usa, papà lascia la pistola carica incustodita: bimbo di 2 anni si spara in faccia e muore

Usa, papà lascia la pistola carica incustodita: bimbo di 2 anni si spara in faccia e muore
I bambini ci guardano. Sempre. Figuriamoci uno come Ke'Anthony Jelks Jr, attento, curioso, intraprendente e con un'intelligenza che tutti giudicavano molto superiore a...

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I bambini ci guardano. Sempre. Figuriamoci uno come Ke'Anthony Jelks Jr, attento, curioso, intraprendente e con un'intelligenza che tutti giudicavano molto superiore a quella dei bambini di due anni come lui. Nonostante suo padre lo sapesse benissimo, mercoledì mattina, appena rientrato dal lavoro nella sua casa di Birmingham, in Alabama, non ha fatto molto caso al figlio mentre riponeva la sua pistola carica in un cassetto: Ke'Anthony, invece, non si era perso una sola mossa e, quando è rimasto solo nella stanza, è andato a curiosare. Ha preso quella pistola, l'ha guardata felice, convinto di aver trovato un nuovo giocattolo, e ha premuto il grilletto con la canna rivolta verso la propria faccia. Il suono agghiacciante di uno sparo che nessuno dimenticherà mai ha gelato il sangue nelle vene di tutte le persone in casa e dei vicini. Sua madre, che con il cuore impazzito si è precipitata nella stanza, ha trovato il figlio in un lago di sangue: era bastata la disattenzione e la sottovalutazione del pericolo da parte di suo padre per spazzare via la vita del bimbo e mandare in fumo in un attimo anni di sogni, speranze, progetti. 


La tragedia di mercoledì ricalca purtroppo un copione sempre uguale che da alcuni anni si ripete con tragica regolarità in varie case degli Stati Uniti: un'arma carica lasciata incustodita, bambini troppo piccoli per capirne la pericolosità, uno sparo e una vita che se ne va. Il padre di Ke'Anthony aveva un regolare porto d'armi, concessogli perché svolge un lavoro notturno, ma sul suo capo aleggia una possibile incriminazione per aver lasciato la pistola a portata di bambino. In attesa di sapere cosa gli riserva la giustizia, ha già cominciato a scontare la pena più grande: il rimorso per aver sottovalutato la pericolosità di un'arma carica dentro casa non potrà abbandonarlo mai, e per milioni di volte nella sua vita si chiederà perché non ha almeno tolto i proiettili da quel "giocattolo" che ha ucciso suo figlio. Sarebbe bastato così poco: oggi "Tee Tee", come parenti e amici chiamavano Ke'Anthony, sarebbe ancora qui a esplorare il mondo e ad assaporare la vita.


La polizia e il sindaco di Birmingham, come sempre accade in questi casi, hanno  esortato i possessori di armi alla massima cautela e a tenerle chiuse a chiave in posti non accessibili ai bambini: un monito che fino a oggi non è riuscito a fermare la sequenza di tragedie che continuano a insanguinare gli Stati Uniti.   Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero