Una bambina è morta a causa di cinque gravi errori da parte del personale ospedaliero, tra cui uno che l’ha lasciata senza medicina (considerata essenziale) per 60...
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Ma torniamo indietro: la piccola era nata senza ghiandola pituitaria (una ghiandola endocrina situata alla base del cranio), e l’aveva resa più suscettibile alle infezioni, ed è proprio per questo che era stata portata in ospedale il primo ottobre del 2016. Un’inchiesta ha rilevato che le cure mediche di base non sono state somministrate correttamente alla piccola e il trattamento salva-vita è stato interrotto senza una ragione apparente, ma che di fatto le avrebbe salvato la vita. Il suo viso era visibilmente gonfio, è stato verificato che soffriva di acidosi metabolica - una condizione che si verifica quando il corpo produce acido in eccesso. Le note di osservazione sulla bambina furono fatte su pezzi di carta di scarto che hanno portato a registrazioni inaccurate e hanno anche contribuito alla sua morte. Non sono stati eseguiti nemmeno gli esami del sangue e non è stata richiesta la consulenza di esperti, nonostante Jorgie fosse una «paziente ad alto rischio in una situazione ad alto rischio».
La nonna Zena Stanton, 68 anni, ha detto: «Abbiamo messo Jorgie nelle mani delle persone di cui ci fidavamo e una delle nostre più grandi paure ora è se uno degli altri bambini non si sente bene. Di chi ci fidiamo?». Originariamente, erano stato correttamente somministrato idrocortisone per via endovenosa, ma questo è stato interrotto dopo le prime tre dosi. Il dottore Richard Stanhope ha detto che Jorgie avrebbe dovuto assumere il farmaco da quattro a cinque giorni, prima che fosse gradualmente diminuito nei giorni successivi. E ha spiegato nell’inchiesta che questa informazione era nel British National Formulary - una copia di cui si trovava in ogni dipartimento di A & E e in ogni reparto di ogni ospedale. Stanhope, che ha oltre 40 anni di esperienza come endocrinologo pediatrico al Great Ormond Street Hospital, ha sottolineato: «Non puoi perderlo. È come andare in chiesa e perdere la Bibbia». L’endocrinologo pediatrico Jeremy Kirk, del Birmingham Children’s Hospital, ha dichiarato: «La decisione di fermare l’idrocortisone è stata inappropriata. C’erano 60 ore in cui Jorgie era fuori dall’idrocortisone, un errore gravissimo». Jorgie è crollata la sera del 5 ottobre ed è stata portata a Leicester Royal Infirmary, ma a quel punto era troppo tardi per salvarle la vita. È morta tra le braccia di suo padre Stephen l’8 ottobre. Durante l’inchiesta, il personale medico e infermieristico ha preso posizione e ha ammesso che erano stati commessi errori «inaccettabili». La mamma, Nicola Stanton, ha detto che il coroner aveva registrato un verdetto di negligenza. «Questo è ciò che volevamo ma non ci sono conseguenze per il personale medico che ha fallito. Non mi arrenderò qui. Continuerò a combattere per Jorgie».
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Il Messaggero