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Stop alla costruzione di aziende tecnologiche americane in Cina per 10 anni. La Casa Bianca ha comunicato, tramite il segretario al Commercio americano, Gina Raimondo, la propria decisione di bloccare la costruzione di sedi in Cina, per tutte quelle aziende tecnologiche statunitensi che ricevono finanziamenti dal governo. Il tutto per un periodo di 10 anni.
Washington blocca la costruzione di nuove aziende tecnologiche in Cina
«Implementeremo anche i controlli di sicurezza per coloro che ricevono i fondi Chips, così che non possano compromettere la sicurezza nazionale», ha affermato Gina Raimondo nella sala stampa della "White House", che ha poi aggiunto: «Le aziende non saranno autorizzate a usare questi soldi per investire in Cina; non potranno sviluppare tecnologie all'avanguardia in Cina e non potranno inviare la propria tecnologia più recente all'estero».
Continuano quindi le manovre anti Pechino da parte dell' amministrazione Biden. Il nuovo "blocco" fa parte delle manovre previste dallo "US Chips and Scienze Act" approvato da Washington ad agosto, che prevede 53 miliardi di dollari di sussidi alle aziende per aumentare la produzione di chip semiconduttori, ovvero i pezzi che permettono ai dispositivi elettronici (dalle automobili agli elettrodomestici) di funzionare. Prodotti prevalentemente in Asia. Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha dichiarato che entro il prossimo febbraio cercherà di stanziare ulteriori 39 miliardi di dollari in sussidi governativi per costruire nuovi impianti di produzione di chip semiconduttori sul suolo americano. Il piano inoltre prevede una riduzione del credito d'imposta sugli investimenti del 25%, per la costruzione di nuovi impianti "chip", a partire dal 2023.
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Il Messaggero