Attentato Mosca, cosa succede ora? La "vendetta" di Putin sull'Ucraina e la Nato rafforza i confini. Ecco come l'Isis spacca il mondo cristiano

Attentato Mosca, cosa succede ora? La "vendetta" di Putin sull'Ucraina e la Nato rafforza i confini. Ecco come l'Isis spacca il mondo cristianov
Dopo il feroce attacco del Crocus City Hall di Mosca, in cui sono morti almeno 137 spettatori, anche bambini, l'Isis ha diffuso vari messaggi di rivendicazione, con i video...

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Dopo il feroce attacco del Crocus City Hall di Mosca, in cui sono morti almeno 137 spettatori, anche bambini, l'Isis ha diffuso vari messaggi di rivendicazione, con i video che mostrano le fasi della strage, in cui si legge: «I combattenti dello Stato islamico hanno attaccato un grande raduno di cristiani». Ancora: «L'attacco si inserisce nel contesto di una guerra furiosa tra lo Stato Islamico e i Paesi che combattono l'Islam».

L'Isis-K, la frangia attiva in Afghanistan, Pakistan e Tagikistan sospettata di avere organizzato il massacro, alla luce di queste rivendicazioni sembra avere raggiunto il suo obiettivo: aumentare le già profonde divisioni tra i fronti dei paesi di religioni cristiane, spingendoli sull'orlo di una guerra che vada oltre i confini dell'Ucraina.

Ingredienti "esplosivi"

Gli ingredienti per questa miscela esplosiva ci sono tutti. Vladimir Putin, il suo entourage, la macchina della propaganda, delle fake news e dei troll specialità della casa in Russia, non hanno atteso indagini, inchieste, approfondimenti, e quando ancora i soccorritori erano al lavoro per recuperare i cadaveri e negli ospedali i medici combattevano allo stremo per curare i feriti, hanno subito puntato il dito contro l'Ucraina quale paese regista dell'operazione.

Intrinsecamente è l'ammissione che le forze di sicurezza russa non hanno saputo prevenire un'azione di questo tipo. Nella comprensibile ondata di emozione e indignazione che sta scuotendo la Federazione, però, con i media principali a senso unico che ripetono pedissequamente e in modo acritico le tesi di Putin, una escalation della reazione militare contro il Paese vicino che coinvolga anche Nazioni della Nato (come si è visto con il missile da crociera di Mosca che ha violato i cieli della Polonia), non troverebbe ostacoli nella opinione pubblica.

Le accuse a Kiev e la reazione della Nato

Complottismo per complottismo, se sul tavolo c'è la fragile accusa di Putin all'Ucraina, allo stesso modo c'è l'altrettanto fragile tesi dell'azione false flag orchestrata dai servizi russi per spingere la popolazione ad accettare una guerra lunga e una reale mobilitazione generale con arruolamento di massa.

La Nato ora vede crescere le preoccupazioni. Se Macron, presidente francese non aveva escluso l'invio di soldati in aiuto dell'Ucraina (mossa che oggettivamente avrebbe favorito l'escalation) ora l'alleanza atlantica va a rafforzare i confini dei Paesi baltici e dell'Est Europa, preparandosi a un possibile allargamento del conflitto. Ad oggi è impossibile determinare con certezza se i quattro tagiki che hanno assaltato la sala concerti nell'hinterland di Mosca siano membri dell'Isis o pedine di un malvagio gioco diffferente. Ciò che appare evidente è che il fanatismo islamico può guardare con soddisfazione una guerra che veda scontrarsi, con conseguente indebolimento, i grandi paesi delle religioni cristiane, che siano cattolici, protestanti, ortodossi.

 

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Il Messaggero