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Un solo attentatore suicida ha causato almeno 6 morti e decine di feriti davanti all'ambasciata russa di Kabul in Afghanistan. Un attacco rivendicato, molte ore dopo, dall'Isis e che arriva a pochi giorni dal primo anniversario della ripresa del potere da parte dei talebani dopo l'abbandono del paese da parte degli eserciti occidentali. L'esplosione è avvenuta nel momento in cui un diplomatico russo è uscito per annunciare i nomi dei richiedenti il visto: centinaia le persone in fila in attesa su una delle strade principali della capitale afghana che porta al palazzo del Parlamento.
L'attentatore suicida si è presentato davanti all'entrata della sezione consolare dove i cittadini afghani erano in attesa per ricevere il visto per la Russia, ma è stato individuato e ucciso dalle guardie prima di arrivare all'obiettivo. Gli spari hanno comunque provocato l'esplosione uccidendo 6 persone: 2 dipendenti della missione diplomatica e 4 cittadini afghani. Diverse altre sono rimaste ferite.
L'esplosione è avvenuta nel momento in cui un diplomatico russo era uscito per annunciare i nomi dei richiedenti il visto. Come per altri recenti attacchi, soprattutto contro le moschee, che hanno scosso il Paese, la sicurezza talebana ha rapidamente isolato l'area e impedito ai media di effettuare riprese nelle vicinanze. «Senza alcun dubbio, stiamo parlando di un atto terroristico, assolutamente inaccettabile», ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ai giornalisti a Mosca, mentre il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, ha detto che «sono state immediatamente adottate misure per rafforzare la protezione del perimetro esterno.
Sono state incaricate forze aggiuntive delle autorità talebane e sono state utilizzate le capacità dell'intelligence e del controspionaggio dell'Afghanistan».
E' il primo attentato contro una missione straniera da quando i talebani hanno preso il potere nell'agosto dello scorso anno.
Anche la missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan ha condannato l'attentato: «L'Unama sottolinea la necessità che le autorità de facto prendano provvedimenti per garantire la sicurezza della popolazione e delle missioni diplomatiche», ha scritto su Twitter. Venerdì scorso, un attentatore suicida ha colpito una delle più grandi moschee dell'Afghanistan occidentale, a Herat, uccidendo 18 persone, tra cui l'influente imam filo-talebano Mujib ur Rahman Ansari nonostante le autorità gli avessero fornito un'imponente scorta.
Afghanistan, l'Isis rivendica l'attentato alla moschea Sciita di Mazar-iSharif
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Il Messaggero