Amazon sosterrà le spese delle dipendenti che vogliono abortire fino a 4000 dollari

Amazon negli Stati Uniti rimborserà le spese di viaggio per le dipendenti che vogliono abortire
Amazon si "schiera" nel dibattito sull'aborto che infiamma gli Stati Uniti. L'azienda ha comunicato lunedì che rimborserà le spese...

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Amazon si "schiera" nel dibattito sull'aborto che infiamma gli Stati Uniti. L'azienda ha comunicato lunedì che rimborserà le spese di viaggio sostenute dalle proprie dipendenti per le interruzioni volontarie di gravidanza fino a 4.000 dollari.

Rimborsi fino a 4mila dollari

La nuova policy aziendale garantisce rimborsi per i viaggi per sottoporsi a trattamenti medici non pericolosi per la vita se questi non sono disponibili entro 161 km dal luogo di residenza e se non è possibile beneficiare dell'assistenza virtuale. Il nuovo benefit concesso da Amazon avrà effetto retroattivo dal 1° gennaio. Tra i trattamenti rimborsabili sono incluse, oltre agli aborti anche cure bariatriche, oncologiche, di anomalie congenite entro 24 mesi dalla nascita, trattamenti di salute mentale e servizi per i disturbi da abuso di sostanze. 

Amazon e il dibattito sull'aborto negli Usa

La decisione di Amazon arriva proprio nelle ore più calde del dibattito sull'aborto negli Stati Uniti, quando la Corte Suprema sta per votare per annullare la storica sentenza del 1973 Roe vs Wade, che garantisce il diritto all’aborto negli Usa. L'accesso all'interruzione volontaria di gravidanza è già oggetto di forti restrizioni introdotte negli ultimi anni in molti stati a guida repubblicana tra cui Oklahoma e Alabama.  

Dal canto suo l'azienda di Bezos è uno dei maggiori datori di lavoro del settore privato degli Stati Uniti, con 1,1 milioni di dipendenti a tempo pieno e part-time nel paese. La maggiorparte dei dipendenti sono localizzati a Washington, sede del quartier generale e in California e Texas. L'annuncio è arrivato nello stesso giorno in cui Amazon ha affermato che non offrirà più permessi retribuiti ai dipendenti statunitensi positivi al Covid, consentendo loro invece di avere cinque giorni di congedo non retribuito giustificato.

 

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Il Messaggero