Alieni nell'universo? Una ricerca lunga tre anni non rileva forme di vita

Alieni nell'universo? Una ricerca lunga tre anni non rileva forme di vita
Sembra proprio che gli alieni non abbiano piacere a manifestarsi a noi terrestri. A patto che esistano, perché stando alla ricerca condotta dal Seti Institute,...

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Sembra proprio che gli alieni non abbiano piacere a manifestarsi a noi terrestri. A patto che esistano, perché stando alla ricerca condotta dal Seti Institute, organizzazione scientifica privata con base in California, degli extra terrestri nell'universo non c'è proprio traccia. Il programma "Breakthrough Listen", finanziato con 100 milioni di dollari dal magnate russo Juri Milner, in tre anni di attività non ha evidenziato riscontri di vite aliene, dopo aver esaminato 1327 stelle alla ricerca di segnali da captare.


Per captarli il progetto ha fatto ricorso a due radiotelescopi, tra i più potenti al mondo, il Green Bank, dotato di un'antenna da 100 metri di diametro nel West Virginia, su suolo americano e il Parkes Telescope (64 metri in Australia), che hanno consentito di raccogliere ed analizzare 9 milioni di gigabyte di dati provenienti dalle stelle sparse in un raggio di 160 anni luce dalla Terra. Ma se la speranza di trovare segnali intelligenti, cioè creati da cervelli alieni, quindi sinonimo di altre forme di vita, non è stata soddisfatta dalla ricerca, è pur vero che il progetto Breakthrough Listen è appena agli inizi.

E le parole dell'astrofisico Jason Wright, della Pennsylvania State University, chiariscono quanto il percorso sia ancora lungo. “Tutto quello che abbiamo analizzato finora, è l'equivalente di un mezzo bicchiere d'acqua paragonato a tutti gli oceani della Terra”. L'obiettivo a lungo termine è osservare un milione di stelle e 100 galassie. E sarebbe comunque un piccolo campione dell'universo, ma “questo non significa che là fuori non vi sia vita intelligente", ha sottolineato  Danny Prince, uno dei ricercatori del Breakthrough Listen, "forse non abbiamo cercato nei posti giusti". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero