Aereo abbattuto in Iran, continuano gli effetti collaterali. Anche tra i giornalisti. Una dopo l'altra tre anchor women delle tv iraniane hanno salutato il pubblico...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La giornalista iraniana Gelare Jabbari ha scelto Instagram: «Scusatemi, ho mentito per 13 anni». E
Zahra Khatami ha prima ringraziato «grazie per avermi accettata come anchor fino ad oggi», poi l'addio: «Non tornerò mai più in tv. Perdonatemi». La sua collega della rete pubblica iraniana Irib, Saba Rad, ha fatto altrettanto: «Grazie per il sostegno in tutti questi anni di carriera. Annuncio che dopo 21 anni di lavoro in radio e Tv non posso continuare a lavorare nei media. Non posso».
Aereo caduto in Iran, tra i passeggeri anche un tifoso iraniano della Roma
Aereo ucraino abbattuto, primi arresti in Iran
Gelare Jabbari
All'indomani dall'abbattimento dell'aereo ucraino la cui responsabilità era stata in un primo momento negata da parte del regime di Teheran, in Iran sembra essere in corso una sorta di «crisi di coscienza» fra i giornalisti, scrive il Guardian, fra i media a dare conte della decisione comunicata nel giro di pochi giorni dalle tre giornaliste iraniane. Una crisi - prosegue il quotidiano britannico - che ha portato anche alcune delle agenzie di stampa considerate più vicine al regime, a dar conto delle proteste di piazza o almeno a cominciare a menzionare ipotesi su un potenziale insabbiamento. Intanto la Associazione dei Giornalisti Iraniani di base a Teheran - aggiunge il Guardian - ha diffuso un comunicato in cui sottolinea come il paese stia assistendo al «funerale della fiducia pubblica» che sta danneggiando la già traballante reputazione dei media ufficiali in Iran.
Saba Rad
Gelare Jabbari Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero