Trans Model, arriva la prima agenzia di moda "transgender"

Trans Model, arriva la prima agenzia di moda "transgender"
NEW YORK – Da un po’ di tempo a questa parte il mondo della moda ha scelto di puntare sui modelli transgender lanciando una vera e propria tendenza, tanto da far...

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NEW YORK – Da un po’ di tempo a questa parte il mondo della moda ha scelto di puntare sui modelli transgender lanciando una vera e propria tendenza, tanto da far nascere la prima agenzia per modelle e modelli transgender di New York e una delle pochissime al mondo. Si chiama “Trans Models” e a poco meno di un anno dalla sua fondazione sta diventando sempre più popolare e richiestissima dai brand di tutto il mondo. «Per la prima volta nella mia vita professionale – racconta ai media Garnet Rubio, uno dei giovani indossatori dell’agenzia – sono pagato per essere me stesso». Già, perché spesso questi giovani modelli hanno dovuto nascondere la loro vera identità per timore di pregiudizi. «Ci capita ancora di sentir dire dalle aziende che ci assumono “Oh ecco il tuo modello trans” invece che semplicemente “ecco il nuovo bravo modello” – aggiunge ancora Rubio – ma ci cercano più spesso».


L’agenzia “Trans Models” è stata fondata dalla straordinaria modella thailandese Peche Di, trans a sua volta, proprio perché frustrata dalle poche possibilità offerte ai transgender nel mondo della moda. Oggi l'agenzia conta 19 modelli, 10 uomini e 9 donne, di razze, altezze, colori e bellezze diverse, ed è in costante crescita. A dimostrazione di questo il fatto che la “Trans Models” è stata assoldata da grandi nomi come la “Budweiser” e “Smirnoff”. «In passato – racconta Peche Di – mi ricordo di essere stata assunta da una azienda di bevande, ma dopo un foto-shooting, quando scoprirono che ero transgender, mi licenziarono su due piedi. Mi pagarono, ma rifiutarono la mia identità». Oggi, invece, sono sempre di più i clienti che cercano modelli trans: «Ci assumono perché possiamo offrire un nuovo elemento alla loro marca, alla loro immagine. Perché siamo autentiche e autentici», conclude la fondatrice dell’agenzia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero