Svuotare l'armadio? La psicologa: «I motivi per fare decluttering prima che finisca il lockdown»

Tute e felpe in primo piano, cambio di stagione non pervenuto, tacchi mandati in pensione con grande gioia delle irriducibili delle sneakers. Il lockdown ha cambiato il nostro...

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Tute e felpe in primo piano, cambio di stagione non pervenuto, tacchi mandati in pensione con grande gioia delle irriducibili delle sneakers. Il lockdown ha cambiato il nostro modo di rapportarci all'armadio e c'è chi sostiene convintamente che la pandemia avrà effetti inequivocabili anche sull'abbigliamento post-Covid. Intanto, la percezione diffusa è che il guardaroba sia attualmente troppo pieno, come ci insegna Diane Keaton che ha svuotato l'armadio su Instagram al pubblico grido di «Non mi serve tutta questa roba».


Coronavirus, come cambierà lo shopping: dal lusso al sostenibile ecco cosa compreremo

Per forza: se prima, citando Carrie Bradshaw, avevamo troppi vestiti e nulla da mettere, ora ne abbiamo sempre troppi e nessuna occasione per indossarli. Almeno chi è ancora in smartworking e alterna tuta e pigiama da ormai un mese e mezzo sta cominciando a chiedersi cosa pensava quando ha comprato tutti quei maxidress a fiori che sembrano uno la fotocopia dell'altro, e cosa avrebbe dovuto mai fare di quei dieci top con maniche a sbuffo che risulterebbero troppi anche per Alexa Chung. 

Un armadio pieno e niente da mettere? Ecco perché facciamo shopping compulsivo e come evitarlo

Avendo molto più tempo del solito a disposizione, qualcuna ha già passato in rassegna il proprio guardaroba ritrovando non solo pezzi ancora col cartellino che non ricordava da possedere, ma acquisti improponibili dettati da un entusiasmo momentaneo, tipo il vestito pagato un'assurdità quando eravamo state mollate e del quale ci siamo pentite 36 ore più tardi. 

Senza contare che, dopo i delfini tornati a Venezia, tutti quei filtri Instagram con l'erba che spunta nella metropolitana e le farfalle che svolazzano abbiamo guardato con occhi diversi tutte quelle tute di puro poliestere accumulate negli anni e che di certo - ora lo sappiamo - non fanno un granché bene al pianeta. 
 
Buona notizia, è il momento opportuno per sguinzagliare la Marie Kondo che è in voi: primo perché non avremo mai più così tanto libero e secondo perché liberare l'armadio - lo dice la psicologia - ha una funzione catartica e liberatoria. «Prestiamo attenzione a ogni singolo capo e, se necessario, salutiamolo - spiega la psicologa Giovanna Molotzu - Sarà utile e terapeutico liberarsi di indumenti appartenenti a vite fa, situazioni non più attuali, ricordi spiacevoli oppure dare spazio alla creatività ridando nuova vita a qualcosa».



Non solo, ma potrebbe essere utile anche a fissarci degli obiettivi che ci daranno una nuova spinta per la nostra personale Fase 2. «Per esempio, può essere un’occasione per accettare di dover buttare delle cose di taglie ormai “passate” oppure fissare l’obiettivo di rientrare in quel micro vestito a cui dare nuovo significato. Il consiglio insomma è: stabilire un dialogo con l’armadio e in qualche modo fare (in maniera figurata )un profondo respiro attraverso esso».


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Il Messaggero