Sottoveste, elogio dell’intimo. In passerella vince il sottosopra, l'under-out

Sottoveste, elogio dell’intimo. In passerella vince il sottosopra, l'under-out
PARIGI – Si riconosce dalle stampe animalier quella di Roberto Cavalli; dall’eleganza del contrasto lucido/opaco quella di Alberta Ferretti. Stiamo parlando della...

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PARIGI – Si riconosce dalle stampe animalier quella di Roberto Cavalli; dall’eleganza del contrasto lucido/opaco quella di Alberta Ferretti. Stiamo parlando della sottoveste, la vera nuova protagonista delle passerelle. Dalla Maison Valentino a Riccardo Tisci per Givenchy, da Blumarine a Versace la donna della primavera estate 2013 fa emergere il suo lato innocente e casto. ma allo stesso tempo sensuale e sofisticato. Sapientemente rinominata «lingerie à porter» questa tendenza al «sotto-sopra» regala all’intimo un vero e proprio elogio. L’evoluzione della lingerie trasforma l’underwear in outwear fino a farne - come nel caso di Simona Barbieri di Twin Set - il cavallo di battaglia della collezione. Seta, raso o pizzo, il classico della seduzione – a pieno titolo nella classifica dei must have – di fatto ha iniziato la sua rivincita. Simbolo della civetteria femminile, prima protagonista indiscussa del cinema Anni ’50, poi messa in soffitta per un po’, la sottoveste non solo rispunta sotto gli abiti ma arriva addirittura a sostituirli. Risale al 1947 la prima volta in cui l’intimo fece la sua apparizione sulle passerelle come un vero e proprio abito: Monsieur Marcel Rochas, che ha inventato la guêpière di pizzo nero, per primo fece indossare ad una delle sue modelle un corsetto su una gonnellina di raso bianco, enfatizzando un indumento fino ad allora rimasto nascosto come simbolo assoluto di femminilità.
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Il Messaggero