Raffaella Curiel, semplicità e sartorialità

Raffaella Curiel, semplicità e sartorialità
ROMA - Con un tailleur si risolve ogni dubbio di moda. Con questa filosofia Raffaella Curiel ha presentato, durante la settimana di alta moda AltaRoma, una serie di suoi cavalli...

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ROMA - Con un tailleur si risolve ogni dubbio di moda. Con questa filosofia Raffaella Curiel ha presentato, durante la settimana di alta moda AltaRoma, una serie di suoi cavalli di battaglia, i completi da giorno e da sera, dalle linee semplici e definite ma con una grandissima lavorazione sartoriale. «I tempi di crisi - ha detto la Curiel - ci impongono una moda non di effetto ma di pregio. Ecco perché ho usato pochi colori e mi sono ispirata alla semplicità anni Cinquanta». La stilista ha ricordato alla stampa come i grandi sarti degli anni Cinquanta del calibro di Dior, Balenciaga, Courrèges e Yves Saint Laurent, avessero uno stile pulito, lineare, ma allo stesso tempo innovativo, che ha dato loro celebrità in tutto il mondo. È a questa pulizia delle linee che è voluta tornare la stilista milanese per la collezione alta moda Autunno Inverno 2014. Ci sono anche rievocazioni rinascimentali, come negli intarsi di velluto sulla crepe di lana di un elegante tailleur da sera color blu notte e accenni d’avanguardia resi possibili grazie alla collaborazione con la figlia Gigliola Curiel. È la responsabile della linea accessori e, per questa collezione, ha disegnato collane a catene con un mix di materiali e stivali intarsiati lunghi quasi fino al ginocchio: sono necessari 560 metri di fili di pelle per realizzarne un paio. Per i tailleur passepartout la Curiel ha scelto il camoscio, intrecciato, lavorato per creare i ricami dei corpini o le cinte che definiscono la vita degli abiti dal taglio dritto. La pelle è utilizzata per realizzare giacche glamour con inserti in pelliccia o per decorare top e completi. Immancabile la serie dei suoi curiellini, abiti versatili e resi preziosi da pietre e ricami su lana. Per la sera i tailleur diventano chic, con dettagli luminosi o di pizzo e si alternano a eleganti abiti lunghi. Chiude la sfilata la sposa rinascimentale: un tripudio di pizzo.
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Il Messaggero