ROMA – L’idea è nata a due trentenni romani, Matteo Di Pietro e Luigi Maria Moncelsi, che hanno preso spunto dalle foto che vengono condivise su Facebook e Instagram e che...
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Da qui nasce Poshmap, la prima App tutta italiana per gli appassionati di moda scaricabile gratuitamente per gli smartphone iOS e Android. Così come in un normale social network, per utilizzarla basta iscriversi, creare un profilo scegliendo fra tre opzioni – utente, blogger e brand – scattarsi una foto e caricarla impostando il filtro desiderato.
Qui però non si taggano persone bensì look e quindi vestiti, scarpe e oggetti che compongono l'outfit postato. Poshmap, rigorosamente unisex, è una piattaforma aperta anche al make-up e agli oggetti: dagli orologi alle barche. Per questo motivo è un social network per tutti: gli utenti, infatti, possono creare il proprio guardaroba virtuale, mentre i brand possono “allestire” una vetrina in cui mostrare i propri prodotti.
Su ogni foto appaiono dei tag cliccabili che rimandano direttamente alle pagine dedicate al marchio in questione. «La nostra forza è e sarà il made in Italy – afferma Luigi – non solo perché siamo il primo social network di questo tipo ad aprire in Italia, ma anche perché avremo un’attenzione particolare per i marchi italiani, soprattutto quelli artigianali e di alta qualità».
Per esprimere il proprio parere sui post, poi, non esistono “like” ma “posh”. «Attraverso i posh assegnati dagli utenti – spiega Matteo – la piattaforma indicizza le preferenze degli iscritti. Questo insieme alla geolocalizzazione, che sarà attiva da novembre, farà sì che l’utente venga avvisato ogni volta che si troverà vicino al negozio con il prodotto desiderato».
Sono circa 300 le persone che hanno scaricato l’applicazione sul proprio smartphone, mentre la pagina Facebook di Poshmap conta quasi 2.000 like. «Per adesso – conclude Matteo –, il nostro modello di business è incentrato su due aspetti principali: la cessione del pacchetto email degli iscritti e la vendita dei dati statistici. Ma l’obiettivo è creare un Posh-shop, cioè un e-commerce dove acquistare direttamente i prodotti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero