Le ragazze fanno grandi sogni. La mostra fotografica per l'8 marzo

Un'immagine della mostra della Onlus Karibuni
​MILANO - Uno scrittore ligure emigrato a Malindi, Freddie Del Curatolo, ogni anno in questa stagione, ci prova: spiega agli amici kenyoti cosa sia l’8 marzo, in Italia e in...

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​MILANO - Uno scrittore ligure emigrato a Malindi, Freddie Del Curatolo, ogni anno in questa stagione, ci prova: spiega agli amici kenyoti cosa sia l’8 marzo, in Italia e in tutto il mondo. La loro reazione è sempre la stessa, stupita: «Ma esiste davvero una giornata dedicata alla donna, una festa addirittura?».




Non è una storiella pretestuosa, ma la realtà della cultura dell’Africa subsahariana sulla figura della donna. Domenica 8 marzo, dalle ore 17 alle 24 presso il Tibi Bistrot di Milano (via San Fermo 1), si svolge l'evento di beneficenza per le donne senza diritti in Kenya.



Karibuni, Onlus lombarda che da oltre dieci anni costruisce e gestisce scuole e ospedali, si occupa di assistere centinaia di ragazze per offrire loro opportunità concrete di studio e di riscatto sociale. Mara Maionchi è sincera sostenitrice del progetto e orgogliosamente Karibuni Onlus sottolinea che il 97% delle donazioni vengono destinate ai progetti, praticamente senza alcun costo di gestione.



Ogni euro raccolto va nella direzione progettuale individuata e avviata grazie ai partner della serata: dcomedesign, Multisala Plinius, Tortuga, Cip e SoulKitchen-In cucina ci vuole cuore. Durante la serata viene esposta la mostra fotografica con gli scatti raccolti in Africa dalla Onlus e gustare un aperitivo "benefico".



«Donne senza diritti, ma con molti doveri - spiega Marco Marini, uno dei soci Karibuni appena rientrato dal Kenya -, svolgono tutte le attività dei campi e provvedono all’eduzione dei figli, senza aprire bocca, senza poter neppure suggerire come migliorare una situazione ancor oggi drammatica dal punto di vista sanitario e dell’istruzione. Di qui la mission di Karibuni che, dopo aver costruito scuole e ospedali, sposta l’attenzione al mondo delle donne».



«Gli obiettivi - prosegue Marini - sono ben individuati e concreti: ad oggi abbiamo realizzato un laboratorio tessile per donne cieche e albine e ci occupiamo della riabilitazione delle carcerate di Malindi. Siamo pronti a partire con un nuovo centro di accoglienza per le donne Masai che scappano all’infibulazione e un progetto di microcredito per togliere le donne dai campi e per dare loro nuove prospettive». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero