ROMA - L’estate è la stagione dell’amore… e dei matrimoni. Con la consegna della partecipazione arrivano sempre anche i primi puntualissimi interrogativi...
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Via libera a sobri abiti da cocktail o in alternativa ampie gonne midi dalla linea ad “A” se il ricevimento è informale; necessario il lungo soprattutto la sera se il matrimonio prevede un minimo di protocollo. In caso di perplessità sul proprio look potrà essere solo la sposa a fugare ogni dubbio. La sobrietà e la semplicità in un matrimonio sono gli unici veri sinonimi di eleganza, evitate dunque spacchi inguinali, mini dress dall’orlo imbarazzante, balze vaporose e strass dall’aspetto cheap: mai come in un matrimonio vige l’imperitura regola “less is more” (il troppo stroppia).
Se le invitate più glamour potranno osare con una tuta taglio palazzo, buon compromesso casual-chic ideale anche per la cerimonia religiosa, gli uomini potranno sbizzarrirsi solo e unicamente nel colore della cravatta. Vietati punti luce, tessuti setificati o cangianti e gemelli sfarzosi; ammesso il tight per i testimoni solo di giorno e se indossato dallo sposo. Guanti e cilindro lasciamoli in Inghilterra, così come i tanto amati cappellini stile Royal Ascot: secondo il galateo possono essere indossati nelle cerimonie formali di giorno solo dalla madre della sposa e, in caso, devono rimanere sulla testa delle ospiti per tutta la durata della festa.
Un trucco leggero e un’acconciatura discreta completano la mise dell’invitata perfetta, che non dimentica mai una preziosa stola da poggiare ad arte sulle spalle.
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Il Messaggero