Moncler, l'inchiesta di Report indigna il web. Insulti su Facebook: «Boicottiamo i piumini»

Moncler, l'inchiesta di Report indigna il web. Insulti su Facebook: «Boicottiamo i piumini»
«Boicottiamo Moncler», «Non compreremo mai più un vostro piumino». E ancora: «Vergogna, togliete le piume dalle oche vive». Commenti di fuoco e la promessa di non comprare...

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«Boicottiamo Moncler», «Non compreremo mai più un vostro piumino». E ancora: «Vergogna, togliete le piume dalle oche vive». Commenti di fuoco e la promessa di non comprare mai più un capo Moncler: l’indignazione dei telespettatori italiani corre sui social network dopo l'inchiesta di ieri sera mandata in onda da Report che ha svelato alcuni dei retroscena sulla produzione dei piumini e dei giacconi del prestigioso marchio di abbigliamento di lusso, oggi di proprietà dell’imprenditore Remo Ruffini.








Dall'inchiesta è emerso che per ottenere la piuma d'oca, ovvero la materia prima che costituisce l'imbottitura del piumino, non si ricorre solo alle oche, ma anche ad altre specie di uccelli, come ad esempio le anatre. Le telecamere di Report si sono recate in alcuni allevamenti ungheresi e hanno scoperto che le oche vengono spiumate, vive, anche quattro volte l’anno.



Sabrina Giannini ha poi intervistato i responsabili delle catene di produzione di piumini Moncler, che proprio da Moncler ricevono tutte le materie prime: piume, stoffe, bottoni, chiusure lampo, etichette e loghi da applicare al capo finito. E qui arriva il dato shock: i terzisti ricevono per ogni capo finito un compenso che si aggira tra i 30 e i 45 euro, mentre sul cartellino, in negozio, il prezzo sale fino a raggiungere e talvolta superare i 1.200 euro.



I commenti degli utenti non hanno tardato ad arrivare: la pagina Facebook della nota casa di abbigliamento è stata ricoperta di insulti: «Dovete vergognarvi di svegliarvi la mattina per andare a lavorare in una fabbrica di assassini. Boicottarvi diventerà la mia missione e farvi boicottare sarà la mia fede», scrive qualcuno. E ancora: «Mai più Moncler», «Una barbarie semplicemente vergognosa». In rete è poi nato l'hastag #siamotuttioche. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero