Un film intitolato significativamente “Rays of hope”, raggi di speranza, e una serie di foto scattate tra Normandia e Martinica a metà degli anni '70...
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Nel 1955 appare su Vogue Francia la sua prima pubblicazione. Si susseguono mostre di suoi disegni e dipinti: alla Galerie des Amis des Arts, alla Galerie Charpentier, entrambe a Parigi, alla Peter Deitsch Gallery di New York nel 1957. Nello stesso anno partecipa alla mostra collettiva di Vogue alla Biennale Internazionale di Fotografia, Venezia. La sua prima campagna pubblicitaria per Charles Jourdan risale al 1967 così come il primo editoriale per Harper’s Bazaar e Photo. Nel 1972 pubblica il primo editoriale per Vogue Italia e due anni dopo per Vogue Gran Bretagna.Nel 1975 lavora alla campagna pubblicitaria per Issey Miyake e, l’anno seguente, al catalogo di lingerie Sighs e Whispers per Bloomingdale’s. Realizza campagne pubblicitarie per Baila, Gianfranco Ferré, Callaghan by Gianni Versace, e Loewe. Nel 1980 realizza il calendario per Pentax e nel 1985 la campagna pubblicitaria per Emanuel Ungaro. Rifiuta il Gran Prix Nationale de la Photographie, promosso dal ministero francese della cultura. Nel 1988 riceve l’Infinity Award dall’International Center of Photography di New York per la campagna Chanel del 1987.
Guy Bourdin è stato uno dei primi fotografi di moda a usare il video per documentare i suoi scatti fashion nonchè il mondo che lo circondava, in differenti formati, dal super8 al 16mm al PolaVision; era curioso di ogni nuova macchina che appariva sul mercato e le sperimentava tutte. Questo film “Rays of hope” visibile su fondazionesozzani.org è un collage di video girati in Martinica e in Normandia che mostrano un lato poco conosciuto del suo lavoro: era chiaramente interessato alle immagini all'aria aperta, oltre che a quelle nelle città e in studio, che gli offrivano un nuovo terreno di azione. Questo film documenta la sua interazione con la natura, mentre la luce dorata di quei paesaggi marini porta una luce di speranza in questi tempi cupi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero