Micromosaico e cammei, lo stile ai tempi dell’Impero

Micromosaico e cammei, lo stile ai tempi dell’Impero
Spille e braccialetti personalizzati con acrostici: i cosiddetti “gioielli sentimentali”, che tanta fortuna ebbero negli anni dell’Impero. Parure in mosaico...

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Spille e braccialetti personalizzati con acrostici: i cosiddetti “gioielli sentimentali”, che tanta fortuna ebbero negli anni dell’Impero. Parure in mosaico minuto. Perfino porte-bouquet, da cintola, usati per impreziosire gli abiti. Espressione di stile e, più ancora, di status, dunque anche potere, i gioielli ebbero grande importanza nel I e nel II impero francese. Basta visitare il museo Napoleonico, a Roma, per rendersene conto. Nella collezione permanente, infatti, spiccano anche importanti creazioni di gioielleria, da quelle “sentimentali”, appunto, a quelle in micro-mosaico, frutto della sapienza e della tecnica romane, senza dimenticare i ferri di Berlino, monili semplici figli della scarsità di materiali e risorse durante le guerre napoleoniche in Prussia, ma anche della volontà di non rinunciare all’eleganza. E all’immagine. 


LE MEMORIE
Ecco allora la Spilla “sentimentale”, datata 1807, realizzata in porcellana, oro, perla, pietre dure, gemme e smalto: il ritratto di Carolina Bonaparte, sorella di Napoleone e moglie di Joachim Murat, eseguito da Jean-Baptiste Jacques Augustin, è circondato, è incorniciato da pietre, in una selezione, inusitatamente basata sui nomi. Le varie iniziali infatti compongono la parola “Souvenir”. Ed ecco anche la demi-parure in micromosaico, eseguita da Antonio Aguatti. 


Ad essere rappresentate sui diciannove medaglioni ovali di varia grandezza che compongono la collana sono scene popolari napoletane “en plein air”, riprese da Costumi diversi di alcune popolazioni di Reali Domini al di qua del Faro, serie di stampe realizzate da Gerolamo Milani e Raffaele Aloja a partire dal 1795. E così è anche per spilla e orecchini. La firma del micromosaicista è in uno degli ovali della collana e si ritiene, con buona probabilità, che l’opera sia stata realizzata proprio a Roma. In collezione, anche il Cammeo con ritratti affrontati di Christine Boyer e Alexandrine de Bleschamp, in agata e oro, databile al 1810 circa, il Porte-bouquet da cintola con motivi decorativi fitomorfi, in argento dorato, e molto ancora. Piccole storie di stile.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero